È ancora la possibile alleanza tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, per la creazione di un terzo polo, a tenere banco. I due si sono sentiti ieri e oggi riparleranno, ha detto lo stesso leader di Azione mentre per il leader di Italia Viva è «Calenda che deve decidere se fare o no l'accordo con noi, se fare una lista unica».

«Noi siamo disponibili a stare in squadra – ha aggiunto Renzi - perché il Terzo polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un terzo Polo forte si potrà chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi».

«Con Renzi ci siamo parlati ieri e ci riparleremo oggi - ha detto dal canto suo Calenda -. Ma quello che voglio è chiarezza sui temi e sui comportamenti. Ho deciso di dedicare questa parte della mia vita alla politica ma non ho intenzione di giocarmi la reputazione».

Franceschini: «Calenda vuole seminare zizzania»

«Una delle regole più scontate, soprattutto quando si rompe di colpo un'alleanza, è cercare di seminare zizzania nel campo avverso. Ho il timore che a questo sia dedito Calenda che prima ha più volte sottolineato di avere telefonato a me e non a Letta e ora ammicca addirittura al fatto che io avrei 'capito perfettamente' le sue ragioni». Lo dice all'Ansa il ministro della Cultura, Dario Franceschini (Pd). «In effetti ho capito le sue motivazioni, totalmente sbagliate, e quando, nel corso di quella telefonata, ho cercato di parlarne, mi ha bloccato dicendo: non ho chiamato per discutere ma per comunicare una decisione già presa».

Berlusconi: «Candidarmi? Poi decido»

Nel centrodestra in mattinata è intervenuto Silvio Berlusconi: «Sul mio futuro vedremo. Oggi parliamo del futuro dell'Italia», ha detto il Cavaliere. «Nel mio partito mi hanno assalito, mi hanno detto, è importante che mi candidi, ora ci penso e poi decidiamo».

«Forza Italia non ha un nuovo simbolo - ha spiegato inoltre Berlusconi -: abbiamo solo aggiunto un elemento del Ppe che in tutta Europa rappresenta il centro vero, alternativo alla sinistra, non cartello elettorale nato dal nulla ma il continuatore della tradizione liberale cristiana e atlantista». «Noi sempre dalla parte dell'Occidente e del mondo libero: il prossimo governo avrà una politica atlantista, di questo noi saremo garanti», ha detto. E sulla Flat tax: «Ha fatto aumentare anche del 30% le entrate per lo Stato: non vogliamo creare ulteriore deficit. Con la crescita che produrremo avremo l'abbassamento delle tasse anche sotto il 20%. La flat tax sarà nel programma dei cento giorni, è il punto più importante del programma». E su Calena il leader di Forza Italia ha detto: «Ha scoperto oggi che il Pd è di sinistra: non è un tema molto importante, preferisco parlare di meno fisco e meno burocrazia. Il resto è teatrino della politica».

Salvini: «Meloni premier se ha un voto in più»

Sulla questione del futuro premier, Matteo Salvini ha spiegato: «Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può». «Questa è la democrazia - ha aggiunto il leader della Lega - dall'altra parte invece c'è il gratta e vinci tra Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Bonino, Speranza, Conte, Fratoianni e chi più ne ha più ne metta».

Di Battista: «Non mi candido, nemmeno Grillo mi vuole»

Alessandro Di Battista intanto in un video sui social: «Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche». Spiega di aver sentito Giuseppe Conte e «anche parlando con lui», aver «compreso che ci sono tante componenti dell'attuale M5s che non mi vogliono, da Grillo passando per Fico». L'ex 5s parla anche di alcune interviste: «Le più gentili erano 'se torna si deve allineare' e le meno erano 'non abbiamo bisogno di lui perché è un distruttore tipo Attila», «quando forse i disboscatori di consensi sono stati altri». Su Conte afferma: «È stato molto sincero, è un galantuomo».