Liquida e imprevedibile si avvia quella che ormai viene riconosciuta come la Terza Repubblica. Ottanta giorni vissuti pericolosamente che hanno visto la nomenklatura provare a resistere alle spinte di rinnovamento per poi cedere, inevitabilmente, all'unica soluzione possibile: un governo legittimato dal voto e dalla volontà popolare. Che piaccia o meno il governo giallo-verde della Lega e del Movimento Cinque Stelle era l'unico possibile e contiene in sé  molte delle promesse di novità e cambiamento che il Paese insegue da tempo.

 

Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno saputo inserirsi e riempire quell'enorme vuoto lasciato dalle precedenti gestioni dei tecnocrati, dei nominati e dei partiti tradizionali che hanno perso il contatto con l'elettorato e, quindi, la propria rappresentatività. E hanno spazzato via le tradizionali declinazioni della politica italiana che ha visto sgonfiarsi e finire al tappeto i due colossi sui quali si è retto fin qui il bipolarismo italiano. Sia il Pd che Forza Italia hanno subito colpi che paiono letali, tanto che i drappelli dei sopravvissuti alle ultime elezioni del 4 marzo si aggirano sbandati e senza bussola per il Parlamento. E non si escludono, nelle prossime settimane, anche clamorosi salti sul carro del vincitore.

È chiaro, tuttavia, che sia a destra che a sinistra saranno avviate pesanti campagne di riorganizzazione e di ripartenza, sempre che davvero sia possibile riuscirci. Il Pd dovrà decidere il proprio  futuro a partire dal prossimo congresso nazionale, mentre Berlusconi ha già annunciato di voler mettere mano in Forza Italia avviando la girandola dei coordinatori regionali.

 

In Calabria, al momento, si aspetta con il naso in su a scrutare presagi e indicazioni, ma i big della politica sono in movimento e sanno che niente sarà come prima. Nella nostra Regione la delicata fase di transizione va a coincidere pericolosamente con l'avvio delle manovre in vista della campagna elettorale per le prossime regionali. La legislatura targata Mario Oliverio volge al termine e si respira aria da fine impero. Il centrosinistra ha fin qui deluso tutte le aspettative che lo avevano accompagnato alla larga vittoria elettorale del 2015 e sembra dilaniato dalle divisioni interne. Le ultime sedute di Consiglio regionale hanno dimostrato in maniera plastica queste difficoltà, così come ammesso dalla stessa invettiva che Oliverio ha rivolto alla sua maggioranza ormai non più in grado di garantire il numero legale necessario per il regolare svolgimento dei lavori.

 

A destra, però, la situazione non è molto diversa. La militarizzazione di Forza Italia voluta da Jole Santelli e Roberto Occhiuto è segno evidente del nervosismo dei colonnelli azzurri che non riescono a contenere i malumori crescenti nelle varie province calabresi. A Reggio, Cosenza, Crotone la base è pronta ad esplodere e aspetta solo il momento giusto.

 

E alle prossime regionali non potrà non tenersi conto della forza dei Cinque Stelle che, stavolta, non faranno certo gli outsider ma proveranno a dare fastidio con candidature di peso e un consenso radicato. Che siano guidati o meno dall’eurodeputata Laura Ferrara è solo un dettaglio. Questo è il quadro confuso e in continua evoluzione in cui vanno valutati gli strani movimenti in atto in Calabria. Cenacoli, colloqui e richieste di disponibilità che vanno oltre i consueti steccati e le conosciute articolazioni politiche. Tutti cercano di riposizionarsi e individuare il cavallo vincente.

 

Un pellegrinaggio incessante, ad esempio,  viene segnalato dalle parti dell'ex senatore Piero Aiello, fresco di rientro in Forza Italia dopo l'avventura nel Nuovo Centrodestra. Da lui stanno arrivando tutti i big di coalizione avversi alla gestione Santelli-Occhiuto per provare a scardinarla e lanciare Aiello candidato governatore alle prossime regionali. Ma alla sua porta si sarebbero affacciati anche insospettabili dello schieramento avverso. A chiedere colloquio ad Aiello sarebbero stati  anche il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione e l'ex deputato, suo collega di partito, Bruno Censore. Al momento due tra i più critici verso la gestione del Pd e il governo regionale. Piero Aiello, raggiunto da LaC News24 telefonicamente, non ha né smentito, né confermato tali abboccamenti.

 

I movimenti in atto, tuttavia, non lasciano dubbi: il banco è  pronto a saltare e anche in Calabria si aprirà un vuoto politico sulle ceneri degli schieramenti precedenti e la corsa per provare a riempirlo è appena cominciata.

 

Riccardo Tripepi

 

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