È muro contro muro tra il consigliere regionale Amalia Bruni e l’assessore alle Politiche Sociali sulla delibera con la quale la Regione ha avviato la manifestazione d’interesse rivolta a Comuni per la nascita di Alzheimer Cafè.

Da un lato la neuroscienziata punta il dito contro la pubblicazione tardiva sul Burc del provvedimento che avrebbe lasciato una manciata di giorni per aderire, taccia la Minasi di poca trasparenza e ha chiesto una proroga di fatto avvenuta, ma senza termini. Dall’altro la leghista accusa la Bruni di avere preso dei grandi abbagli, parlando di ritardi dovuti a motivi tecnici che non avrebbero affatto influito sulle adesioni.

«Leggi da rispettare»

«La delibera, annunciata il 28 dicembre, è stata pubblicata sul Burc il 28 di gennaio e riporta la data del 30 come termine di presentazione ultima da parte dei Comuni dell’indizione della manifestazione di interesse. Il 30 era domenica, quindi la data è stata traslata al 31, ma non ci sarebbe stato comunque tempo per lavorarci. Ecco perché ho ritenuto di chiedere una proroga», afferma la Bruni che abbiamo raggiunto a Lamezia.

«L’assessore mi taccia di incompetenza - aggiunge – ma c’è una legge che dice che le delibere vanno pubblicate sul burc entro cinque giorni. Mi sono interfacciata con i Comuni e la maggior parte non ne era informato. Se non ci fosse stata una proroga sarebbe rimasta tagliata fuori la stragrande maggioranza degli ato e, quindi, un danno per pazienti e famiglie che non si poteva consentire».

«Nessun termine perentorio e Comuni informati»

Ma l’assessore non ci sta. A partire dal metodo. L’esponente della giunta chiarisce più volte che avrebbe preferito che la Bruni la contattasse per avere chiarimenti anziché innescare una polemica e smentisce la questione dei termini di adesione perché quello indicato, spiega Minasi, «non era un termine perentorio. È vero la delibera è stata pubblicata in ritardo, ma i comuni ne erano già a conoscenza».

«Era stata già loro fornita – aggiunge Minasi – la delibera con i vari step per l'attivazione del servizio. Ora la proroga per i comuni in difficoltà che credo sia di un mese. Di conseguenza i servizi che avrebbero dovuto partire finita tutta la procedura entro marzo, sono stati rinviati ai primi di giugno».

Ma anche sullo scivolamento della data, Bruni non molla: «Attendiamo i termini della proroga. C’è un problema di trasparenza e ci auguriamo che questo possa essere sanato. Magari è stata una svista burocratica ma potrebbe anche essere un problema legato a questa doppia presenza dell'assessore Minasi come senatrice e come assessore che è assolutamente incompatibile».