Il rinvio della conferenza stampa organizzata da Giuseppe Neri, Antonio Scalzo e Franco Sergio per annunciare la creazione del gruppo dei “Moderati per la Calabria” ha il sapore di una mossa strategica, volta a guadagnare tempo. L’annuncio della fuoriuscita dai gruppi di appartenenza in Consiglio regionale ha immediatamente messo in allarme il Pd e la crisi aperta adesso si presta qualsiasi sbocco. Le critiche inserite nel documento con il quale i tre dissidenti hanno annunciato la loro iniziativa politica è pieno zeppo di critiche alla gestione Oliverio e della stessa maggioranza di cui fin qui hanno fatto parte. Peraltro con incarichi di primo livello. Antonio Scalzo (Pd) per la parte iniziale della legislatura è stato presidente del Consiglio prima di essere sostituito da Nicola Irto. Franco Sergio (Oliverio presidente) è attualmente presidente della I Commissione “Affari Istituzionali”, mentre Giuseppe Neri (Democratici e progressisti) è componente dell’Ufficio di presidenza di palazzo Campanella, con la carica di segretario questore.

Le motivazioni politiche di un atto del genere sono tutti da decifrare, dunque, e ha fatto sensazione che la decisione sia arrivata comunque dopo aver approvato il rendiconto del Consiglio regionale, sul quale proprio lo stesso Neri ha relazionato. Hanno peggiorato le cose, poi, le dichiarazioni immediatamente successive alla presa di posizione. Ad esempio quella di Antonio Scalzo di sostegno all’azione di Lorenzo Guerini. Insomma, si chiedono dentro il partito, ma Scalzo e Neri ne fanno ancora parte? Continueranno a stare nel centrosinistra?

 

Di sicuro il governatore Oliverio ha fatto trapelare che non ha intenzione di farsi ricattare dal nuovo gruppo o dagli eventuali ulteriori franchi tiratori che potrebbero aggiungersi ai tre dissidenti. A partire da Carlo Guccione per finire a Domenico Bevacqua. Piuttosto che tirare a campare meglio interrompere prima la legislatura il messaggio che è stato fatto veicolare nell’ambiente del centrosinistra dal presidente della giunta. Oliverio starebbe valutando anche la possibilità di presentarsi in Aula con un documento nel quale inserire i punti fondanti dell’azione politica fino alla fine della legislatura e vedere se ci sono i numeri o meno. E’ sicuro, invece, che il capogruppo del Pd Sebi Romeo, quello dei Dp Giuseppe Giudiceandrea e i vertici del partito si incontreranno nei primi giorni della settimana prossima e comunque prima della direzione regionale che dovrebbe svolgersi prima della fine di luglio.

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La riunione servirà a decidere cosa fare con le posizioni di Neri e Scalzo. Esiste un precedente nella storia del regionalismo risalente a qualche anno fa. Quando Giuseppe Bova e Nicola Adamo provarono a fare un gruppo autonomo senza autorizzazione del Pd, il capogruppo Sandro Principe ne chiese e ottenne la sospensione. Certo quello era un altro Pd, ma anche adesso pensare di poter utilizzare il partito soltanto per fini elettoralistici e strumentali è comunque condotta che potrebbe pesare. Sicuramente saranno chieste spiegazioni sulla natura del gesto prima de del decidere il da farsi, ma con la situazione attuale non potrebbe non andarsi verso la sospensione. Magari si proverà anche un tentativo di mediazione, ma asciare correre sarebbe un segnale di così estrema debolezza che neanche un Pd ridotto ai minimi termini può permettersi. A meno che il partito non voglia correre il rischio di sfaldarsi del tutto proprio mentre si avvia la stagione congressuale e le regionali si avvicinano a passo spedito.

Riccardo Tripepi

 

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