La scienziata lametina ed esponente di punta della minoranza ha avanzato dubbi sulle competenze di Anna Maria Stanganelli eletta a maggioranza. La replica: «È una carica fiduciaria». Tensioni anche sulle surroghe dei neo parlamentari Irto e Orsomarso
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In Consiglio regionale si è concluso il primo giro di surroghe che ha interessato i neo senatori Nicola Irto e Fausto Orsomarso. Ma più di qualcuno ha storto il naso per la gestione delle stesse. In tanti hanno fatto notare che in entrambi i casi sarebbe stato saltato qualche passaggio.
Nel caso che vede la surroga del segretario regionale del Pd, Nicola Irto, con Giovanni Muraca, primo dei non eletti dem, già assessore ai lavori pubblici della giunta Falcomatà a Reggio, i dubbi nascono dal fatto che lo stesso Muraca, come del resto Giuseppe Falcomatà, siano stati condannati in due gradi di giudizio per abuso d’ufficio, e quindi sospesi dalle cariche elettive. È d’altra parte un fatto ormai noto e se vogliamo acquisito che lo scranno dem spetterà al già consigliere regionale Antonio Billari.
Alcuni sostengono che la procedura vuole la surroga e poi la presa d’atto della sospensione con l’ulteriore surroga. Altri sottolineano che Muraca non avrebbe dovuto fare ingresso in aula proprio a causa del provvedimento di sospensione. A sostegno della tesi ci sarebbe il comma 4 dell’articolo 8 del Decreto legislativo n°235 del dicembre del 2012 (Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi).
Secondo quel comma, “A cura della cancelleria del tribunale o della segreteria del pubblico ministero i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione ai sensi del comma 1 sono comunicati al prefetto del capoluogo della Regione che ne dà immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri il quale, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministro dell'interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione. Tale provvedimento è notificato, a cura del prefetto del capoluogo della Regione, al competente consiglio regionale per l'adozione dei conseguenti adempimenti di legge [… ]”.
Insomma, come dire, che la notifica della sospensione di Muraca avrebbe dovuto essere già sul tavolo della presidenza o comunque degli uffici competenti. In aula, però, nessuno ha sollevato il caso. Muraca si è accomodato sul suo scranno in attesa di ricevere un arrivederci a dopo l’attesa sentenza della Corte di Cassazione che per lui e tutti gli condannati del processo “Miramare” certificherà – per come richiesto dalla legge – la prescrizione del reato e quindi la decadenza della sospensione.
Dunque, fanno notare alcuni, significa che il prefetto di Catanzaro non ha ancora trasmesso il provvedimento di sospensione a Palazzo Campanella.
La surroga di Orsomarso
Nel caso della surroga del consigliere Fausto Orsomarso, chiamato a gestire le deleghe al Turismo nella giunta Occhiuto fino all’elezione a Palazzo Madama, la questione sarebbe puramente procedurale. È vero che all’ordine del giorno c’era solo la presa d’atto delle dimissioni da parte del neo senatore. Ma è altrettanto vero che il presidente Mancuso «approfittando della presenza della surrogante (Sabrina Mannarino)» ha proceduto all’inserimento all’ordine del giorno della Proposta di Provvedimento Amministrativo n. 101 bis, relativa proprio alla surroga di Orsomarso. Per cui alla fine Mannarino potrà accomodarsi in aula. A richiamare la prassi, secondo cui la surroga non avviene contestualmente, ma nella seduta successiva, è stato il capogruppo Domenico Bevacqua, liquidato seccamente dal presidente: «La ringrazio consigliere, ma vista la presenza della consigliera in aula… Mi riserverò di controllare».
Mancuso a Bruni: «Lei non ha i titoli…»
Ma la risolutezza del presidente Mancuso, viene ancor più fuori quando si tratta di ratificare in aula, le nomine fiduciarie dei Garanti, della salute, dei detenuti e dell’infanzia. A proposito di Anna Maria Stanganelli, originaria di Cinquefrondi, eletta quale nuovo Garante della salute con 17 preferenze dopo una votazione per appello nominale, la Bruni ha espresso più di una perplessità, accendendo unno scontro frontale proprio con Mancuso.
Per la leader dell’opposizione la nomina della Stanganelli sarebbe stato meglio non farla perché – ha detto - «ci sono curriculum non considerati e ci sono illegittimità segnalati all’Anticorruzione». Insomma Bruni vorrebbe l’esito di queste verifiche prima di procedere. Ma il presidente dell’Assemblea va dritto per la sua strada: «Sono cariche fiduciarie, quindi quello che dice lei non può corrispondere alla legittimità».
Dopo un altro affondo sulle prerogative del Consiglio rispetto alla prassi di Raffaele Mammoliti, Bruni torna alla carica. Mancuso le ricorda di aver partecipato alla conferenza capigruppo senza dire niente, ma Bruni insiste: «Ho detto che la dottoressa Stanganelli non ha i titoli per partecipare, né la necessaria esperienza in campo sanitario». Il presidente chiude così la questione: «Lei non ha i titoli per dire se una persona non ha i titoli. Lei non ha i titoli per dire chi è idoneo. Qui ci sono persone che lavorano, lei, faccia quello che le è consentito». Chiusa la polemica si è proceduto col voto.