Il Garante della privacy ha detto sìsi possono rivelare i nomi dei parlamentari che hanno chiesto e ottenuto il bonus Iva di 600 euro che il Governo stanziò a pioggia per i professionisti e i lavoratori autonomi stritolati dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Oggi, il presidente dell'Inps Pasquale Tridico si è detto pronto a trasmettere immediatamente i nominativi a Montecitorio se il presidente Roberto Fico ne farà formale richiesta. È dunque solo questione di tempo, forse poche ore, prima che la valanga si stacchi e travolga gli onorevoli furbetti che non si sono fatti scrupolo di pescare anche tra gli spiccioli, nonostante stipendi netti di oltre 13mila euro al mese, più benefit e indennità varie.

 

E la Calabria? Da giorni ci chiediamo se tra i “miserabili d’Italia”, quelli che predicano bene e razzolano malissimo, ci sia anche qualche consigliere regionale, che in termini di retribuzione e privilegi non hanno niente da invidiare ai cugini nazionali che siedono in Parlamento. I conti in tasca glieli abbiamo già fatti (li potete leggere qui), appurando che ogni mese percepiscono tra gli 11mila e i 14mila euro, più i rimborsi per i trasporti. Un tesoretto che, in un mondo normale, dovrebbe far desistere chiunque dal tentare di incassare anche quella che la deputata leghista Elena Murelli, tra i primi ad essere sospettati del fattaccio, definì «un’elemosina» durante un suo accorato intervento parlamentare per promuovere l’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid (sic!). Ipocrisia purissima.

 

Ebbene, se Fico, presidente della Camera, può chiedere legittimamente all’Inps di rivelare i nomi, lo può fare anche il presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Domenico Tallini. Perché non si può rivendicare dignità istituzionale pari a quella della massima Assise nazionale, senza condividerne almeno un po’ gli oneri. E se per ipotesi non fosse possibile rivolgersi all'Inps (l'Italia è piena di contraddizioni), Tallini potrebbe proporre ai suoi colleghi consiglieri di rinunciare formalmente alla privacy, come stanno facendo in queste ore i parlamentari grillini, comunque lacerati dalla decisione dei vertici del Movimento, che non tutti hanno digerito.

 

Il Consiglio regionale legifera alla stregua del Parlamento, l’unica differenza è nella competenza delle materie stabilite dalla Costituzione. Ma quello che delibera diventa comunque legge per i cittadini. Tallini è l’omologo di Fico e di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. Come loro, presiede il massimo organo rappresentativo a livello regionale. Come loro, gode di un prestigio istituzionale che è arrivato il momento di giustificare con i fatti, visto che finora si è distinto soprattutto per aver avallato senza riserve l’approvazione della legge regionale sui vitalizi a favore dei consiglieri decaduti, abrogata dopo appena una settimana a causa di polemiche infuocate che risuonarono ampiamente anche sulla stampa nazionale. Ecco, ora ha la possibilità di riscattarsi conducendo una battaglia di trasparenza e chiedendo all’Inps di verificare se tra i percettori del bonus Iva ci siano anche consiglieri regionali calabresi.

 

Comunque vada sarebbe un successo: se dagli elenchi dell’Istituto di previdenza non dovesse emergere alcun furbetto, potrebbe ostentare questo risultato a nome dell’intera Assemblea; se invece qualcuno dovesse finire nella rete, potrebbe rivendicare la sua azione di pulizia. Perché una cosa è certa: questa vicenda è “sporca” e il populismo non c’entra nulla con l’indignazione di un Paese sinceramente disgustato dall’avidità di chi per sua fortuna (e grazie ai nostri voti) non ha alcun problema economico.
Dunque Tallini, se ci sei batti un colpo. E già che ti trovi chiedi anche alla presidente della Calabria, Jole Santelli, di verificare che tra i suoi assessori non ci sia nessun furbetto. Hai visto mai…