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La Bindi ha presentato la lista degli impresentabili candidati nelle regionali, ma ha colto l'occasione per rilasciare una dichiarazione sibillina sulle liste calabresi, dove 60 comuni saranno chiamati a rinnovare il Consiglio comunale nel weekend.
"Vedremo come finirà in Calabria - ha dichiarata la presidente della commissione antimafia - dove ci sono personaggi di amministrazioni già sciolte per mafia che sono pronto a ricandidarsi e sono a posto dal punto di vista giudiziario. Ma sappiamo che sono parenti o vicini a certi ambienti. Se avessimo trovato la ricetta per intervenire in maniera efficace su questi casi, avremmo trovato la soluzione a tutti i noastri problemi".
Dichiarazioni durissime che non sono passate inosservate. Immediata la reazione di Ernesto Carbone, un altro componente democratico della commissione antimafia, secondo cui la "Bindi sta violando la costituzione". "Allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica".
Simile la posizione del segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, che si è espresso con un tweet: "Grave quanto successo oggi, la commissione antimafia non può essere strumento di una vendetta partitica".