Ieri tutto il mondo si è fermato un istante per assistere in diretta all’entrata in scena di due grandi personalità del panorama politico internazionale: Lady Gaga e jlo. Se solo Conte potesse contare su due alleate del genere, la crisi di Governo italica sarebbe presto risolta.

Inutile, come sanno confezionarlo gli americani l’intrattenimento non sa farlo nessuno. E poco conta che l’intero Stivale la notte prima avesse assistito allo spoglio dei voti in Senato tifando come ad un derby ai rigori, il Superbowl è il Superbowl! Certo, l’avvocato sui suoi spalti ha il suo folto gruppo di cheerleader ma nemmeno la massiccia conversione di bimbe ha potuto granché nel confronto delle due maratone televisive quasi sovrapposte in palinsesto. Tant’è che quando Biden aveva da poco giurato e dalla regia italiana annunciavano la salita di Conte al Colle i telespettatori sono stati colti da sincero sconforto.

Dopo una stagione di Dynasty come si fa a passare ad un Posto al Sole? 

La colomba della pace (Schiaparelli haute couture) è stata ufficialmente liberata sul tempio d’America, da poco profanato dagli adepti di QAnon, per posarsi sul petto dell’ancella Germanotta che col suo national anthem ha invocato la fine della guerra intestina e forse pure di quella fredda (con un hairstyle tributo a Yulia Tymoshenko). Dopodiché l’orgoglio latino ha fatto il resto, scaldando la platea di ex presidenti prossimi ad urlare: “Let’s get loud”. Persino Pence non ha resistito al richiamo della festa.

Del resto dopo un anno di clausura causa Covid, ti invitano al Met Gala e non ci vai? Pure Trump, che di mondanità se n’intende, avrà compreso mentre scortava sull’Air Force One la Birkin di Melania, altra protagonista indiscussa della kermesse oltreoceano. Del resto esistono solo due modi per farsi notare ad un evento: uno è recarvisi l’altro è esserne il grande assente. E Italia Viva lo sa.

Alle nostre sceneggiature però manca il sogno, le luci e pure il giallo. Come quello che vuole che la popstar italoamericana, che a breve vedremo nei panni della vedova Gucci, sia una satanista che ha costruito la propria fortuna uccidendo la giovane cantante russa Lina Morgana e prendendone le sembianze. Roba da far tremare pure la Polverini che ha preso le sembianze di una democratica per un trafiletto nelle cronache rosa assieme a Lotti. Ma un filarino a Cinecittà, pure smentito, non può niente innanzi alla potenza di Hollywood. Se ne ricordino vitellini e vitelloni alla prossima produzione.

Ah, alla fine ha giurato anche Kamala Harris e in poltronissima sedevano Hillary Clinton e Michelle Obama accompagnate dai mariti. La regia italiana ha staccato prima di scoprire se Jill Biden, in evidente difficoltà, avesse portato con sé le scarpe basse di riserva. E i due blocchi del mondo hanno trovato alla fine unione domandandosi: che male abbiamo fatto per meritarci il marito di Jennifer Lopez? Onnipresente. Ubiquo. Uno e trino. Che se Mattarella lo facesse senatore a vita avremmo risolto la piaga dell’assenteismo. Ma questo è un altro reality. E pure un’altra setta.