Chissà se Laura Ferrara, europarlamentare calabrese del M5s, avrebbe scritto ugualmente quel post sul suo profilo Facebook che mette Luigi Di Maio di fronte alle sue responsabilità politiche e critica la scelta di indire un “referendum” su se stesso attraverso la piattaforma Rousseau. Dopo appena un’ora e mezza dalla sua uscita, infatti, sul blog nazionale dei cinquestelle è intervenuto Beppe Grillo, fatto di per se da considerarsi già eccezionale visto il suo prolungato silenzio negli ultimi tempi e la rumorosa assenza durante la recente campagna elettorale.

 

Un gelo che in molti avevano interpretato come la conseguenza di rapporti tesi con Di Maio e Davide Casaleggio per divergenze sulla linea politica del Movimento. E invece, Grillo è intervenuto in maniera decisa per difendere il vicepremier, criticando chi lo critica.

«La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è una ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. È già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima». Un messaggio diretto a tutti coloro che nel day after delle catastrofiche elezioni europee hanno messo in discussione la leadership del ministro del Lavoro.

 

A dire il vero, nonostante il malumore della base parlamentare, in pochi lo hanno fatto pubblicamente, come ad esempio Gianluigi Paragone, che ha picchiato duro, stigmatizzando le troppe cariche in capo a Di Maio: «Se vuoi fare Superman, devi dimostrare di esserlo. A 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del Lavoro. Il Movimento è al suo minimo storico e come vicepremier ha perso la sfida».

 

In Calabria, invece, è stata Laura Ferrara, appunto, ad uscire dall’anonimato del silenzio per dire la sua su una questione delicatissima dalla quale dipende il futuro del “partito”. Forte anche dei 77mila voti che domenica scorsa le hanno tributato i calabresi, facendola risultare come il candidato alle Europee più votato in assoluto nella regione, Ferrara non ha usato giri di parole per criticare la scelta di Di Maio di ricorrere al voto online, tracciando anche il profilo del suo leader ideale, che «sa interpretare una situazione, sa ascoltare, si assume le proprie responsabilità e sa essere una guida». Non proprio una esplicita richiesta di dimissioni, ma il senso sembrava essere proprio quello.


Parole che hanno attirato immediatamente sotto al post le critiche adirate di moltissimi militanti e simpatizzanti calabresi del Movimento. Da chi si è detto «pentito di averla votata», a chi le ha rimproverato di aver lavato i panni sporchi in piazza, quasi tutti comunque in difesa di Di Maio, «lasciato solo durante la campagna elettorale», passando per i commenti più velenosi di chi le rinfaccia di parlare solo ora che è stata rieletta («Prima andava bene Luigi, vero?»). Insomma, se questo può essere considerato come una sorta di “sondaggio” l’esito della votazione online (domani, dalle 10 alle 20) sulla riconferma o meno del leader politico sembra già deciso. A maggior ragione ora che sull’argomento è intervenuto Grillo, difendendo a spada tratta il ruolo di Di Maio.
Legittimo chiedersi, dunque, se con il senno di poi quel post Ferrara lo pubblicherebbe comunque, visto che al di là delle dichiarazioni di principio e gli slogan dell’uno vale uno, il Movimento non ha mai brillato per dialettica interna e il vespaio nel quale si è infilata è di quelli che ronzano a lungo.

 

Enrico De Girolamo