Secondo il Testo unico degli Enti locali, i dirigenti delle strutture sanitarie convenzionate dovrebbero dimettersi dalla carica non più tardi della data di prentazione delle liste, in questo caso il 27 aprile. Ma un documento rivela che il primo cittadino l'avrebbe fatto solo il 2 maggio
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Il neo eletto sindaco di Belvedere Marittimo Vincenzo Cascini, medico e imprenditore della sanità privata, appena 15 giorni dopo la vittoria alle urne ha già i suoi grattacapi. I consiglieri eletti della lista di minoranza “Belvedere Città Futura”, nella persona di Barbara Ferro, Agnese Fiorillo, Eugenio Greco e Daniela Tribuzio, ieri hanno sollevato la questione di una presunta ineleggibilità del sindaco proprio in relazione all'incarico ricoperto fino ai primi di maggio di amministratore unico e legale rappresentante della "Casa di cura Cascini", che sorge nella città. Pertanto, quello di ieri, è stato un primo consiglio comunale infuocato, durante il quale la minoranza di Ferro ha espresso voto contrario alla convalida del sindaco, riservandosi di adire le vie legali per far valere le proprie ragioni.
Cascini ineleggibile?
Secondo l'art. 60 Tuel, Testo unico enti locali (D.Lgs 267/2000, al comma 1, n. 9):, non sono eleggibili a sindaco «...i legali rappresentanti ed i dirigenti delle strutture convenzionate per i consigli del Comune il cui territorio coincide con il territorio dell’azienda sanitaria locale o ospedaliera con cui sono convenzionati o lo ricomprende, ovvero dei Comuni che concorrono a costituire l’azienda sanitaria locale o ospedaliera con cui sono convenzionate». Inoltre, il successivo comma 3 stabilisce che la causa di ineleggibilità non ha effetto se l’interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell’incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita, non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature. Ma dai documenti in possesso della compagine di Ferro, alla data ultima di presentazione delle candidature, ovvero 27 aprile 2019, Cascini rivestiva ancora la carica, dalla quale ha rassegnato le dimissioni solo in data 2 maggio 2019, per passare alle vesti di consigliere.
I motivi della norma
Tale norma di ineleggibilità consiste, è scritto nella nota, «nella garanzia della libertà di voto e della parità formale di opportunità dell'elettorato passivo allo scopo di eliminare meccanismi distorsivi della competizione elettorale tra i candidati. Il titolare di una carica pubblica o di un mandato elettorale locale potrebbe, infatti, utilizzare la propria posizione di supremazia o i poteri del proprio ufficio per esercitare una indebita interferenza sulla competizione ai fini della raccolta del consenso elettorale nell'ambito della comunità locale».
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