«Un atto dovuto, di responsabilità, di giustizia sociale, indifferibile e legale, dover approvare la delibera di dissesto finanziario del Comune di Belvedere». Sono le parole del vicesindaco di Belvedere Marittimo, Francesca Impieri, con cui prova a mettere a tacere le polemiche generate dalla dichiarazione di dissesto economico dell'ente belvederese votata durante il consiglio comunale due sere fa. «Una delibera sofferta, con precise conseguenze, che sono quelle elencate nel Testo unico degli Enti Locali, alla quale si è pervenuti a seguito di una dettagliata relazione della Revisione dei Conti e del responsabile della Ragioneria, che hanno analizzato anche le cause che hanno provocato il dissesto. Un atto dovuto dal lato squisitamente tecnico, ma un atto dovuto anche dal punto di vista pratico, perché non si sarebbero reperiti i fondi per le esigenze primarie, quali gli stipendi dei dipendenti, che non sarebbero stati pagati (e questo sì che sarebbe stato un doloroso regalo di Natale), così come non si sarebbe potuta pagare la rata per la raccolta dei rifiuti (e allora sì che i cittadini avrebbero versato lacrime e sangue)».

Caccia alle streghe

Il default del Comune attualmente retto dal medico Vincenzo Cascini era nell'aria già da tempo. Pochi giorni dopo l'insediamento del sindaco, avvenuto a maggio scorso, l'ombra del dissesto economico aleggiava sulla cittadina tirrenica. Un po' per una presunta gestione  economica scellerata da parte delle amministrazioni precedenti, un po' per l'alta percentuale di cittadini morosi nei confronti dell'ente. Ma dopo la dichiarazione di fallimento, sul web è partita una vera e propria caccia alle streghe. «Ma davvero - chiede il vicesindaco - qualcuno pensa che non sarebbe stato più comodo politicamente continuare a “tirare avanti” o “rinviare l’approvazione della delibera” in attesa di chimere? Questa Giunta, oltre ad aver analizzato i conti della ragioneria e del revisore, si è avvalsa della consulenza di un professore universitario, un luminare in materia di conti pubblici, che non ha espresso alcun dubbio invitando a deliberare il dissesto, pena la responsabilità contabile dei politici e ulteriori danni per i cittadini».

Niente pre-dissesto

In molti, poi, accusano l'attuale amministrazione di essere stata troppo frettolosa e di non aver voluto tentare altre strade. «Molti si riempiono la bocca con altra soluzione che potrebbe essere stata quella del pre-dissesto - ha dichiarato il vicesindaco in una nota -, mentre casi lampanti ci dicono che i Comuni che ci hanno provato sono stati poi obbligati dalla Corte dei Conti al dissesto (da ultimi Cosenza e Castrovillari). Queste persone non sanno o non vogliono sapere che l’Ente dovrebbe spalmare i debiti in 5/10 anni e pagarli. E poi, i creditori che pignorano le somme presso il tesoriere – bloccando tutti i soldi – chi li fermerebbe? E comunque, così come per il dissesto, aumenterebbero ugualmente tributi e tasse».

«Siamo seri!»

Francesca Impieri si sente doppiamente coinvolta nelle polemiche. Infatti, il suo percorso politico l'ha vista anche al fianco di Enrico Granata, quattro volte sindaco della città e oggi ritenuto tra i presunti responsabili del dissesto. «Solo per chi vuole parlare di numeri, gli assessorati diretti dal vicesindaco Francesca Impieri - dice parlando in terza persona - nel precedente quinquennio (Turismo, Spettacolo, Sport, Cultura e Pubblica Istruzione) hanno avuto un’uscita di circa 315.000 euro, di cui solo un terzo di fondi comunali, mentre gli altri sono fondi regionali, nonché di comitati di liberi cittadini. Se la scrivente dovesse essere chiamata, andrà dinanzi ai Giudici contabili a testa alta, non avendo nulla da nascondere».

Ripartire da zero

«Ovviamente - conclude il vicesindaco - oltre agli effetti negativi, vi sono anche effetti positivi dei quali può giovarsi un ente dissestato». Nell'elenco, scrive: «Sono sospesi i termini per la deliberazione del bilancio; sono sospesi tutti i pignoramenti in corso e non possono essere intraprese o proseguite nuove azioni esecutive nei confronti dell'ente; le procedure esecutive pendenti sono dichiarate estinte d'ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva. Inoltre dal 2020 si potrà ripartire da zero».