Cambia l’accordo di programma che assegnava finanziamenti a 50 comuni da Acquaro a Zungri. La Regione individua nuove «esigenze» e include altri sette centri: ecco quali
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La convention risale a otto mesi fa: la presentazione di un Accordo che avrebbe portato nel Vibonese 36 milioni di euro grazie a un emendamento in manovra di bilancio. «Oggi è una bella giornata per Vibo Valentia», aveva sottolineato il parlamentare Giuseppe Mangialavori davanti a una platea gremita di amministratori locali: finanziamenti per tutti i 50 comuni della provincia. Segue elenco: da Acquaro a Zungri. Appena qualche mese dopo, però, i buoni propositi riservati alla (sola) provincia di Vibo Valentia sarebbero evaporati. Il cambio di strategia emerge da un decreto dirigenziale pubblicato il 3 gennaio scorso sul Bollettino ufficiale. L’atto riepiloga gli step dell’assegnazione dei fondi: il percorso si impunta il 7 giugno 2023, quando una delibera di giunta regionale, «anche in ragione del sopravvenuto quadro esigenziale, rispetto all’elenco individuato dalla Provincia (di Vibo, ndr), ha individuato ulteriori Comuni quali: Stalettì, San Giovanni in Fiore, Gagliato, Laureana di Borrello, Locri, Rosarno e Cirò Marina». Cambiano, dunque, Accordo di programma e schema di convenzione con una quota dei 36 milioni che si sposta in altre province. La determina non chiarisce quali siano le cifre in gioco, ma basta per scatenare le prime reazioni politiche.
Il Pd di Vibo Valentia: «Una beffa per la provincia»
A commentare la contrazione dei fondi per la provincia di Vibo Valentia è Giovanni Di Bartolo, segretario provinciale del Partito democratico. «È solo un ricordo – spiega in una nota – la conferenza stampa nella quale lo scorso aprile sono stati annunciati i 36 milioni di euro a favore della Provincia di Vibo Valentia. A dichiarare superato l'Accordo di programma e il dettaglio dei finanziamenti assegnati ai comuni del vibonese, in quell'occasione presentato con tanto di infografica dal deputato Mangialavori, ci ha pensato direttamente la Giunta».
«Passiamo oltre – continua Di Bartolo – oltre rispetto alle modalità e ai criteri di valutazione con i quali si è scelto in origine i progetti meritevoli di essere finanziati, perché si finirebbe certamente per rilevare il difetto di trasparenza, di imparzialità e lo scarso riconoscimento del merito da parte di chi ha agito. Tuttavia, a parità di risorse stanziate e con un numero maggiore di enti beneficiari, è doveroso oggi lasciare alcuni interrogativi: quali modalità e quali criteri di valutazione si sceglieranno per decidere i progetti da definanziare; quanto le amministrazioni locali potranno fare affidamento sugli impegni presi pochi mesi fa e già smentiti dagli interlocutori istituzionali; cosa dovranno fare i comuni che hanno già avviato la progettazione delle opere assumendo oneri con i propri bilanci. Quelli di Occhiuto e Mangialavori, insomma, stanno finendo per dimostrarsi, ancora una volta, giochi di prestigio ai danni del territorio e una beffa nei confronti degli amministratori e dei cittadini vibonesi».