«Le linee programmatiche 2018-2022 della Provincia a guida Sergio Abramo, atto contenente le linee strategiche di mandato previste dal Testo Unico sugli Enti Locali, hanno ricevuto il placet unanime del consiglio provinciale (che ricordo, è a composizione totalmente maschile)». Così Alessia Bausone, attivista del Partito democratico, in un comunicato.


«Leggendole – prosegue la nota - si trovano delle grandi assenti, le donne. Nel paragrafo “Pari opportunità”, quattro laconiche righe: “Per quanto riguarda ancora le Pari opportunità, attraverso le azioni che verranno chieste alla Consigliera di parità, si intende promuovere un’ampia collaborazione con tutte le istituzioni locali per contrastare la violenza alle donne, attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione soprattutto dei giovani”. Eppure esiste un preciso obbligo prima di tutto etico, sociale e politico, ma anche normativo, per le Province, anche quelle post legge Delrio, di dare attuazione a politiche di pari opportunità».


La Bausone ha spiegato che «il comma 85 della legge Delrio individua tassativamente tra le competenze “fondamentali” delle Province anche alcune rilevanti su questo tema, in particolare la lettera d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; e la lettera f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale».


«Ben potrebbe, quindi, la Provincia pianificare e svolgere attività di supporto, affiancamento e assistenza ai Comuni su queste tematiche; avere una Commissione provinciale per le pari opportunità che non sia dedita a consegne di premi, passerelle e tagli di nastro (per queste cose c’è, con tutta evidenza, quella comunale di Catanzaro, rimasta recentemente orfana della Presidente, anche se non se ne è accorto nessuno); promuovere una seria raccolta e diffusione di informazioni sulle iniziative presenti sul territorio provinciale; supportare una rete per la prevenzione, sostegno e prevenzione delle persone vittime di violenza diretta e assistita per qualificare e sviluppare una rete di servizi di aiuto e riattivare percorsi di educazione dei giovani e formazione degli operatori. E, ancora, promuovere azioni di conciliazione vita-famiglia-lavoro; attività di netto contrasto agli stereotipi di genere e discriminazioni, anche quelle derivanti dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere; creare appositi sportelli contro le discriminazioni sul lavoro e il mobbing o il bossing o sportelli per la mediazione familiare. Niente, come le donne non sono presenti nel consiglio provinciale, non lo sono, unitamente alle altre c.d. minoranze, nelle linee programmatiche di Governo della Provincia abramiana», ha concluso l’attivista.