In seguito al tragico naufragio a largo di Crotone, i sentimenti che prevalgono sono dolore e rabbia: troppe le vite perse, fra le quali purtroppo tanti minori, e tanta rabbia per l’ipocrisia e il cinismo che ha marcato diverse dichiarazioni politiche subito dopo aver appreso la notizia della tragedia accaduta. 

Esprimo piena solidarietà ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime e ringrazio la macchina dei soccorsi e tutta la popolazione del crotonese per l’umanità e la solidarietà che stanno ancora una volta dimostrando. Tuttavia, non posso tacere il mio forte sdegno per le parole superficiali del Ministro Piantedosi in conferenza stampa.

La disperazione che spinge donne e uomini a rischiare la propria vita e quella dei propri figli in mare deve essere affrontata con sensibilità e attenzione. Se molte persone scelgono la via del mare, abbandonando il proprio Paese di origine, affrontando viaggi estenuanti e subendo violenze, non è per superficialità o per incoscienza, ma perché fuggono da guerre, persecuzioni, fame. É dunque ipocrita additare come unici responsabili delle morti in mare gli scafisti e i trafficanti: significa concentrarsi sull’anello finale di un sistema che si alimenta grazie all’assenza totale di alternative efficaci per chi è costretto ad abbandonare il proprio paese d'origine. 

Occorre allora organizzare un modello efficiente di gestione dei flussi migratori che investa tutti i Paesi dell’UE e che comprenda la cooperazione con i Paesi terzi, operazioni di ricerca e salvataggio e -come chiediamo da anni- vie legali e sicure di accesso all’UE.  Solo offrendo un’alternativa ai trafficanti di esseri umani, potremo sconfiggere alla radice lo sfruttamento e la piaga del business che si nasconde dietro le partenze in mare.

É su questo che occorrerebbe lavorare in maniera unitaria: dare la possibilità di esercitare il diritto di asilo in modo sicuro. Da tempo in Parlamento europeo chiedo di agire per ottenere vie legali e sicure di accesso per i richiedenti asilo. Così come ho lavorato, in qualità di relatrice del Parlamento europeo, alla riforma del Regolamento sulle procedure per l’esame di domanda d’asilo. Ma nel corso dei lavori, gli sforzi per addivenire ad una soluzione europea hanno trovato più volte veti di Governi di determinati Paesi -Ungheria e Polonia in primis- che in Europa sono alleati con il centrodestra, che oggi è al governo dell’Italia e della nostra Regione. 

In conclusione, il mio impegno e quello del Movimento 5 stelle in Europa mira a rispettare quanto già previsto dall’art.80 del TFUE: cooperazione e solidarietà, anche dal punto di vista finanziario, nella gestione dei flussi migratori tra tutti i Paesi dell’UE. Dunque, regolamenti che non addebitino oneri e responsabilità solo su pochi Stati membri, cooperazione con i Paesi terzi di origine e di transito, operazioni di ricerca e salvataggio gestite a livello europeo e un sistema di accoglienza che non ghettizzi ma che punti all’inclusione sociale e garantisca il rispetto dei diritti fondamentali di tutti. 

Solo così si può parlare di una vera politica comune europea di migrazione e asilo. Chi agita il pugno di ferro contro persone disperate, invocando il blocco navale quale soluzione, mostra solo ignoranza e disumanità.

 
*Eurodeputata Movimento 5 Stelle