Solo ipotesi al momento circa la decisione dell'imprenditore e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare. Poche settimane fa era a Reggio Calabria per sostenere Massimo Ripepi, già candidato alle prossime comunali
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«Ho comunicato pochi minuti fa alla giunta e a tutti i consiglieri di Alternativa Popolare la mia intenzione, anzi, il fatto che ho già dato le dimissioni dalla carica di sindaco». Colpo di scena a Terni. Stefano Bandecchi ha infatti affidato ai suoi canali social l’annuncio delle dimissioni da primo cittadino della città umbra. In un video di non più di un minuto, l’imprenditore spiega genericamente che la scelta è dettata da motivi di carattere politico di cui però non si conoscono i dettagli al momento. Di certo, il vulcanico Bandecchi, ha preso in contropiede anche i suoi, comunicando la sua decisione con un messaggio, che molto probabilmente ha spiazzato l’intera amministrazione visto che, fonti accreditate, parlano di una riunione urgente della maggioranza che lo sostiene proprio per capirne i motivi.
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Solo qualche settimana fa Stefano Bandecchi era giunto in Calabria, e segnatamente a Reggio, per sostenere il “movimento rivoluzionario” di Massimo Ripepi, già candidato a sindaco alle prossime comunali, e lanciato in pompa magna anche alle europee di giugno sotto le insegne di Alternativa popolare, che però lascerà ampia libertà di movimento – almeno queste le intenzioni dichiarate – alla creatura politica del consigliere comunale reggino.
Reduce dal congresso nazionale di Alternativa popolare che, come accennato, si appresta a partecipare alle elezioni europee, lo stesso coordinatore nazionale potrebbe aver scelto di dimettersi proprio per candidarsi in prima persona alle europee. O più semplicemente la sua decisione è una reazione – visto il carattere impulsivo di Bandecchi – a frizioni interne alla stessa maggioranza che lo sostiene al Comune di Terni. «Continuo a essere il segretario di Alternativa Popolare – dice Bandecchi nel videomessaggio - ma non farò da qui a 20 giorni più il sindaco della città di Terni, così non correremo rischi a Terni, di avere una dittatura bandecchiana».
Frase, quest’ultima, che fa propendere più per l’ipotesi delle frizioni interne alla coalizione di maggioranza. D’altra parte se di questo si tratta Bandecchi avrebbe venti giorni di tempo per ripensarci e ritirare le dimissioni.
Resta comunque il gesto eclatante, in linea con il personaggio, che lo porterà sicuramente agli onori delle cronache locali e nazionali. Dove in realtà ci sta da diverse settimane. Soprattutto – per citarne una - dopo essere stato travolto dalle polemiche per le troppe volgarità pronunciate nei confronti delle donne nell’aula del consiglio comunale della città umbra.
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In tal senso va ricordato - nonostante l’ostentata sicurezza sul gradimento personale mostrato al Teatro Cilea – che era stata pure lanciata una petizione per chiederne le dimissioni da sindaco di Terni che in breve tempo aveva superato le 20mila sottoscrizioni.
Non resta che aspettare di conoscere i reali motivi del suo disimpegno da primo cittadino, per capire meglio i contorni di una scelta che comunque rappresenta un vero e proprio colpo di scena.