VIDEO | L'assessore era stato sospeso in applicazione della Legge Severino dopo che la Corte d'Appello di Catanzaro gli aveva inflitto due anni e quattro mesi. Medesimo epilogo per Luciano Vigna il quale si era dimesso dall'incarico di assessore al bilancio
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Michelangelo Spataro tornerà a Palazzo dei Bruzi per riprendere il suo posto in Giunta. La Corte di Cassazione ha infatti annullato la sentenza di condanna a due anni e quattro mesi di reclusione che la Corte d'Appello aveva inflitto nel marzo dello scorso anno all'assessore all'urbanistica, costringendolo di conseguenza, in ossequio alla Legge Severino, ad abbandonare l'esecutivo comunale. Ora che quella condanna è stata cancellata e gli atti rimandati a Catanzaro per istruire un nuovo processo, Spataro potrà rivestire i panni dell'amministratore pubblico. D'altra parte il sindaco Mario Occhiuto, profondamente fiducioso sull'esito del terzo grado di giudizio, aveva deciso di bìnon riassegnare le deleghe, in attesa di poter reintegrare il proprio collaboratore.
Riabilitato anche Luciano Vigna
Annullata contestualmente anche la condanna di Luciano Vigna, il quale però, si era dimesso dall'incarico di assessore al bilancio senza attendere il provvedimento di sospensione della Prefettura, e di rimanere negli uffici del municipio in qualità di consulente. L'annullamento delle condanne del processo Tesi a Luciano Vigna e a Michelangelo Spataro «due fra i miei più validi collaboratori ma, soprattutto, miei amici, è una buona notizia che mi riempie di gioia» ha commentato Mario Occhiuto. «Questo dimostra - ha aggiunto - come debba essere sempre rispettato il principio della presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. E dimostra inoltre come pure lontano dai riflettori e dai condizionamenti della (mala) politica le vicende si chiariscono in modo più sereno e secondo giustizia. Sono quindi veramente felice – ha concluso il sindaco - e faccio ai miei due buoni e vecchi amici gli auguri più sentiti e affettuosi. Naturalmente - ha precisato infine - ho conservato il posto in giunta per Michelangelo, che ora rientrerà subito nell’esecutivo, perché è giusto e perché ci può dare una grande mano».
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