La sardina Jasmine Cristallo rompe gli indugi e corre in soccorso del candidato a sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. O, meglio, più che altro boccia Valerio Donato, definito quasi succube del giogo leghista. E lo si evince da quanto scrive nel suo comunicato stampa: «In questi mesi di campagna elettorale mi sono tenuta lontana da sterili polemiche personali – ha esordito la pasionaria della sinistra movimentista – ma adesso non mi posso sottrarre a una valutazione sui fatti concreti. Che ci dicono, purtroppo, come oggi la coalizione guidata da Donato, a cui riconosco comunque un alto profilo professionale, raggiunga il 53% dei consensi (il 53.7 per l’esattezza, ndr) con le proprie liste mentre sonoramente boccia l’uomo al quale era stato assegnato il compito di rappresentarne la sintesi. Un aspirante primo cittadino – aggiunge – che è sistematicamente presentato, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico, come espressione della Lega mentre Matteo Salvini rivendica, sempre dai microfoni di Rai1, la grande attestazione del centrodestra per Catanzaro, attribuendo tale risultato all’affermazione delle due liste diretta emanazione del suo partito e chiedendo il sostegno di Fratelli D’Italia al secondo turno».

Cristallo allora fa il più classico dei “due più due” e rincara la dose: «I segnali sono che è la Lega a guidare la coalizione nel capoluogo, se si intesta tale battaglia. Ma riconoscendo e rispettando la storia politica di Donato, tendevo a escludere che abbia provato sentimenti di orgoglio nell'essere targato Lega. Eppure, con sconcerto, leggendo una sua recente intervista ho notato una sorta di condizionamento, magari pure inconsapevole per carità, da parte dell’ideologia leghista».

«Mi riferisco, nello specifico, a una sua dichiarazione in cui afferma che Catanzaro dev’essere al centro di un patto tra Nord e Sud. Peccato però – prosegue la sardina di Calabria – che parlare di patto fra territori sottende a una contesa in atto. Da riconciliare. Una conflittualità da superare, che richiama l'idea di due realtà separate e altrettanto distinte Italie. Che devono giungere a un accordo laddove la Costituzione prevede, invece, unità nella complessità e le autonomie quali espressione di tale complessità in cui si rispecchiano le peculiarità delle singole aree da valorizzare nel rispetto dei principi di Uguaglianza, Solidarietà e Perequazione.  Non c’è, dunque, alcun accordo da suggellare salvo Donato non abbia aderito alla visione leghista».

La parte conclusiva della nota non è meno caustica e arrivano dunque ancora bacchettate per il prof con velleità da sindaco: «Fa specie pensare di essere passati dallo slogan Nord-Sud uniti nella lotta, scandito con forza e rabbia nei cortei che in passato hanno dato identità a Donato, a una visione secessionista ancora presente nello Statuto del Carroccio. E che Salvini si appresta a rispolverare, avendo preannunciato il ritorno al pratone di Pontida. Ecco perché un politico del Sud non dovrebbe alimentare contrapposizioni secessioniste, bensì spingere per un'operazione verità sulle manovre in atto nelle stanze del potere pro approvazione del disegno di legge quadro sulle autonomie dietro input della ministra Maria Stella Gelmini. Una norma che in suggellerebbe la discriminazione tra territori. Ecco perché il 26 dovremo impedire – termina – che Catanzaro diventi la città del Sud a trazione leghista».