Con una lettera al presidente Occhiuto il gruppo industriale annuncia l'intenzione di mollare: «Rammaricati, ma non ci sono le condizioni. Troppi ostacoli». Duro il commento del presidente dell'Autorità portuale che è sempre stato favorevole al progetto
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Dopo attenta valutazione, prendendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire, Baker Hughes – Nuova Pignone ha preso la decisione di ritirarsi dal progetto di investimento relativo al nuovo insediamento industriale sul Porto di Corigliano Rossano (CS)».
Così, con una lettera inviata dal presidente di Nuova Pignone, Paolo Noccioni, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto ed all’assessore allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, Baker Hughes ritira la proposta di investimento da 60 milioni di euro nel porto di Corigliano Rossano.
Evidentemente troppe le difficoltà riscontrare in riva allo Ionio per proseguire nel progetto che vedeva proprio nello scalo coriglianese il “partner” ideale per sviluppare un progetto che avrebbe prodotto circa 200 posti di lavoro diretti ed un altro centinaio di indotto.
Troppe, per gli americano-fiorentini, anche le reticenze dell’Amministrazione comunale che, nello scontro con l’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro per la mancata pianificazione del porto si era appellata nelle scorse settimane anche al Presidente della Repubblica. E così alla fine BH alla fine ha mollato.
In bilico | Baker Hughes a Corigliano Rossano, la mossa di Stasi: ricorso al Presidente della Repubblica contro l’impianto
La lettera
«Avevamo iniziato conversazioni e valutazioni congiunte con Regione Calabria – è il contenuto della missiva inviata al governatore –anche molti mesi prima di annunciare, a ottobre 2023, l’investimento di circa 60 milioni di euro nel territorio regionale, principalmente allocati presso il porto di Corigliano Rossano, per la realizzazione di strutture metalliche e per l’assemblaggio di moduli industriali (configurazioni ottimizzate di macchinari e componenti ausiliari per la compressione del gas, la generazione di energia elettrica e a supporto di soluzioni per la transizione energetica) da esportare in tutto il mondo, dove tali moduli sono installati presso gli impianti delle aziende clienti di Baker Hughes. La scelta era caduta sul porto di Corigliano Rossano per la combinazione di diversi fattori, tra cui la posizione strategica, la dimensione della superficie disponibile e l’elevato pescaggio dei fondali».
Insomma, il progetto rappresentava per l’azienda «un importante investimento in termini economici, per lo sviluppo del proprio business e anche per lo sviluppo del territorio calabrese, in cui Nuovo Pignone opera dagli anni ’60 con lo stabilimento di Vibo Valentia».
«L’investimento a Corigliano avrebbe avuto infatti, a parere di Baker Hughes e come più volte condiviso con Regione Calabria, importanti ricadute sul territorio, presentando in prospettiva rilevanti opportunità di crescita. Per tutti questi motivi – si legge ancora – è davvero con grande rammarico che l’azienda ha preso la difficile decisione di non procedere con l’investimento, nonostante il grande impegno dedicato al tema, a causa dell’impossibilità di realizzarlo così come concepito e come rispondente alle necessità del mercato energetico e produttive di Baker Hughes».
«Purtroppo la pianificazione prevista ha subito forti rallentamenti a causa all’atto formale di ricorso (da parte dell’Amministrazione comunale alla Presidenza della Repubblica, ndr) che è stato notificato alla nostra azienda e ad altri enti lo scorso giugno e ci costringe oggi a prendere atto che non sussistono più le condizioni temporali per realizzare il progetto».
Per Baker Hughes, quindi, non sussistono neppure «i tempi e le condizioni tecniche ed economiche per poter realizzare il progetto con le varianti richieste dal territorio (l’amministrazione comunale aveva chiesto di trasferire parte dei capannoni utilizzati nell’impianto ad alcune centinaia di metri di distanza dalle darsene, nell’area industriale di Schiavonea, ndr), che sono state attentamente analizzate. L’azienda sta valutando delle soluzioni e delle modalità di attivare alternative in modo da continuare a salvaguardare e a sviluppare il ruolo di attore di primo piano a livello mondiale nel settore energetico, come la sua lunga storia dimostra».
Nelle scorse settimane erano circolate indiscrezioni riguardo al trasloco dell'investimento a Monfalcone, ma l'azienda ha smentito l'ipotesi.
Fondi a rischio | Baker Hughes, in bilico l’investimento da 60 milioni a Corigliano Rossano: gli americani pensano di traslocare a Monfalcone
«Riconosciamo ed apprezziamo l’impegno – conclude Paolo Noccioni – la disponibilità e la collaborazione che Regione Calabria ha offerto al progetto nelle numerose e frequenti interazioni in merito: siamo certi che la collaborazione possa continuare, perché il ritiro dal suddetto progetto ci preme sottolinearlo, non pregiudica in alcun modo il nostro impegno per il territorio e la volontà di continuare a contribuire alla crescita della Calabria».
Agostinelli: «Chi ha detto no si goda questa tragica vittoria»
Caustico nelle reazioni, il presidente dell’Autorità di sistema portuale Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, contro il governo della città di Corigliano Rossano: «Si godano questa tragica vittoria».
«Un progetto – dichiara Agostinelli – che questa Autorità di sistema portuale aveva fortemente voluto, ricevendo anche l’appoggio convinto della Regione Calabria, degli industriali calabresi, dell’intero fronte sindacale ed anche della società civile, ad eccezione di un movimento locale che porta avanti concezioni fuori dal tempo. Al di là di un incomprensibile e i ingiustificabile formalismo procedurale (il ricorso presentato al Presidente Mattarella, ndr) la verità è che l’Amministrazione comunale non ha voluto nei fatti l’insediamento industriale in un porto deserto da quarant’anni, condannandolo ad altri cento anni di solitudine. Hanno detto no ad un imperdibile occasione di sviluppo, tra l’altro in piena armonia con la sostenibilità ambientale, hanno detto no a duecento posti di lavoro e a duecento giovani che da domani prenderanno la via del Nord per cercare la loro occasione. Chi non ha voluto che questo progetto si insediasse nel porto di Corigliano, stasera si goda questa tragica vittoria».