L’intervista

«Corigliano Rossano è pronta per Baker Hughes ma vogliamo salvare il futuro del porto»: parla la presidente del Consiglio comunale Madeo

Per il 24 ottobre è stata convocata una riunione ad hoc dell'assemblea cittadina. La relazione travagliata con il Pd dopo il sostegno a Stasi fuori dai dem: «Se sarò espulsa me ne farò una ragione, i partiti servono a chi vuole fare carriera politica...»

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di Antonio Clausi
18 ottobre 2024
19:01

Baker Hughes ha chiuso le porte. Niente investimento al porto di Corigliano Rossano dopo il ricorso al Presidente della Repubblica di Flavio Stasi. «Noi non abbiamo detto no, anzi diciamo sì ad un investimento di qualità, se incanalato in criteri giuridici e seri. Vogliamo vederci chiaro, perché sarebbe il primo porto a ospitare una struttura del genere».
Pensieri e parole di Rosellina Madeo, presidente del Consiglio di Corigliano Rossano. «Quando si governa, lo si fa oggi per disegnare il domani - spiega -. Abbiamo interloquito anche con i capigruppo di minoranza per arrivare ad una delibera condivisa di consiglio, fermo restando che c’è gente che vive di pesca e che non può essere ignorata. Ancora oggi non sappiamo perché non si sia tenuta la conferenza dei servizi, ma non possiamo indossare la maglia dei tifosi e dare dei sì o dei no incondizionati. Il 24 ottobre ribadiremo nel consiglio comunale che il territorio è pronto, ma che vogliamo capire il destino del porto. Siamo per dare risposte concrete alle istanze dei residenti». In apertura di articolo l'intervista video completa.


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Rosellina Madeo è la record woman delle ultime amministrative tenute a giugno in riva allo Ionio, ma non chiamatelo exploit. Per carità. «Perché non lo è stato, considerato che nel 2016 risultai la prima eletta a Rossano e nel 2019 andai molto vicina al podio dei tre» dice dalla prima città della provincia di Cosenza, la terza più grande della Calabria. Ospite degli studi di Cosenza Channel, ha snocciolato uno dopo l’altro una serie di risposte a domande di forte attualità come il passo indietro di Baker Hughes e la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero («la gente è sovrana, guardo con attenzione al primo dicembre»), ma anche di prospettiva come il concertone di Capodanno («dopo l'esibizione dello scorso anno di Max Pezzali toccherà a Rossano»). 
Sibillina, invece, sull’idea di provare la scalata alla Regione al fianco di Flavio Stasi

Rosellina Madeo e il Partito Democratico

L’intervista parte dal Partito Democratico. Rosellina Madeo è membro dell’assemblea nazionale, ma da parte del circolo locale è partita una segnalazione nei suoi confronti perché alle amministrative di giugno si è candidata con una lista civica e non sotto le insegne del Pd che è crollato al 3% dei consensi. Per farla breve, si chiede la sua espulsione e quella di altri tesserati. «C’è un malessere che è di dominio pubblico e che andrebbe affrontata - dice -. Ci sono state questioni di poco conto che mi hanno portato altrove e di cui ho messo a conoscenza i vertici provinciali e regionali. Se mi sento ancora una donna del Pd? Mi sento vicina ai valori che esprime, ma se dovessero espellermi ne prenderò atto. I partiti sono belli quando sono luoghi democratici e non quando sono ostaggio di pochi. Servono a chi vuole costruire carriere politiche, chi vuole stare al servizio del territorio può farne a meno».

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Tra presente e futuro

Il dualismo tra Roberto Occhiuto e Flavio Stasi è nato in un contesto recente, nel corso della campagna elettorale di Corigliano Rossano che Madeo definisce «brutta, basata su scontri personali e non politici». La presidente del Consiglio comunale cerca di dribblare, ma non troppo, la prospettiva di accedere un giorno al decimo piano della Cittadella regionale: «Sul futuro non ci sono ipoteche se non la volontà di impegnarsi per il territorio nelle forme che poi il tempo dirà quali saranno».

Il presente sono lo sviluppo delle infrastrutture («impossibile lasciare isolato il nord-est della Calabria, così la crescita non avverrà mai») e la recrudescenza della criminalità organizzata («c’è necessità di uomini e donne delle forze dell’ordine, oltre agli investimenti in termini culturali che non lesiniamo»). «Chi deve porre le basi affinché ciò diventi realtà? Noi ci siamo, chiediamo a chi è preposto di fare altrettanto» evidenzia.

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