«Avrebbe dovuto rappresentare la soluzione ai cronici problemi della sanità calabrese invece rappresenta un nuovo e più grave problema. Azienda Zero, proposta e voluta frettolosamente da Occhiuto a inizio legislatura senza i necessari passaggi legislativi, rappresenta oggi il problema dei problemi per una sanità regionale che da quando Occhiuto è commissario ad acta segna passi indietro ». Il capogruppo regionale del M5s torna ad attaccare il presidente Occhiuto sui temi della sanità e in particolare sulla chimera di Azienda zero. L’azienda che avrebbe dovuto risollevare le sorti del comparto calabrese ancora non è operativa e sta creando più di un problema all’intero sistema sanitario.

«Nelle intenzioni - spiega Tavernise - era il cambio di registro, a cambiare continuamente è invece la legge istitutiva di Azienda Zero: in 15 mesi è stata già modificata 6 volte e altri interventi sono in attesa. A pagare le conseguenze di una burocrazia regionale che si avvita su stessa sono solo i cittadini calabresi. Dalla paventata chiusura di reparti come ginecologia a Corigliano Rossano agli screening oncologici, alla prevenzione, che scompare dai radar della nostra Sanità pubblica. Come segnalato dal Tavolo Adduce ci sono aziende sanitarie che non hanno effettuato neanche una visita. Per l’Asp di Vibo addirittura risultano 600 prestazioni effettuate ma ha inviato zero inviti ai cittadini. Tutto questo, come conseguenza, influisce sui Lea, in netto peggioramento rispetto al 2019».

Per Tavernise la situazione è grave anche e soprattutto per le aziende sanitarie in affanno tra bilanci inesistenti e debiti vecchi e nuovi. «Ci sono oltre 460 milioni di euro non spesi e un avanzo di gestione di oltre 200 milioni, eppure si ricorre ancora all'anticipazione di tesoreria generando futuro debito. A complicare ancora di più le cose, si assiste anche alla guerra ormai non più sotterranea tra il dipartimento alla Salute e Azienda Zero. Dopotutto appare alquanto strano che chi siede nel Cda di una clinica privata debba anche decidere le sorti della Sanità pubblica calabrese. Ma tant'è». Il riferimento ovviamente è al manager dell’azienda che non c’è, ovvero Profiti che oggi non è più responsabile della Stemi in Liguria, ma è nel Cda di una clinica privata che qualche problema di incompatibilità potrebbe crearlo.  Ma il nodo politico non è ovviamente sulla figura di Profiti quanto piuttosto sul ruolo che avrà il Dipartimento Salute (e quindi i suoi dipendenti) dopo l’entrata in campo di Azienda zero.  Problemi che il Tavolo Adduce ha invitato più volte a risolvere.

«Va male anche sul fronte delle assunzioni - continua Tavernise -  che sono bloccate nonostante gli ingenti fondi a disposizione, come i 2 milioni all'anno solo per le assunzioni straordinarie. La rivoluzione proclamata 15 mesi fa resta una chimera, mentre la realtà ci sbatte in faccia una Sanità che ancora non ha trovato una cura adeguata a tutti i suoi mali».