L’analisi

Dall’endorsement a Calderoli alle barricate contro l’Autonomia differenziata: i nodi politici che Occhiuto deve sciogliere

Il presidente pronostica un'emorragia di voti al Sud dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata e nega di voler insidiare la leadership di Tajani. Per frenare la fuga di consensi serve una strategia e il primo banco di prova saranno proprio le Regionali in Calabria

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di Massimo Clausi
19 giugno 2024
18:32

Cambiare idea è sempre salutare. Così non può che far piacere che Roberto Occhiuto lo abbia fatto su una questione così divisiva come l’autonomia differenziata. Dopo aver ospitato, unico presidente delle Regioni del Sud, Roberto Calderoli alla Cittadella; dopo aver approvato un anno fa, in Conferenza Stato-Regioni, la riforma; dopo che il fratello, il senatore Mario, è intervenuto in aula a Palazzo Madama per le dichiarazioni di voto sul Ddl sostenendo che non spaccava affatto l’Italia, oggi, dopo l’approvazione definitiva della riforma, il nostro presidente della Giunta regionale la definisce «un errore del centrodestra nazionale».

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Per la verità Occhiuto non lo dice da oggi ma da un po’ di tempo a questa parte. Al punto che nelle scorse ore era stata diffusa una nota con cui si annunciava che Forza Italia avrebbe presentato quattro ordini del giorno sul Ddl, uno dei quali ispirato ad una risoluzione approvata dal Consiglio regionale della Calabria. Il problema è che nell’iter parlamentare gli ordini del giorno sono quasi come acqua fresca. Ben altro peso avrebbero avuto emendamenti che però non sono stati presentati. Così come è ambiguo l’atteggiamento dei tre deputati calabresi di Forza Italia. Francesco Cannizzaro e Giovanni Arruzzolo non hanno partecipato al voto, Giuseppe Mangialavori era in missione. Non hanno votato, quindi, ma non hanno nemmeno votato contro per evidenti equilibri interni alla maggioranza.


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Il punto politico allora è capire cosa farà adesso il presidente della Giunta regionale nei confronti del Governo nazionale e nei confronti del suo partito. Proverà a insidiare la leadership di Antonio Tajani? Nelle dichiarazioni raccolte dalla nostra Luana Costa, a margine dell’incontro con i sindacati, ha detto assolutamente di no. Anche perché il dato che ci consegna il voto alla Camera dimostra come Occhiuto, che pure è uno dei vicesegretari nazionali del partito, sia rimasto inascoltato dai suoi che hanno votato in massa il Ddl Calderoli con le eccezioni dei tre calabresi che abbiamo citato prima. La sua posizione quindi è apparsa minoritaria in Forza Italia.

Deciderà allora di creare un nuovo partito moderato a trazione meridionale? È un’altra possibilità, ma molto complicata da mettere in campo nonostante anche se vi sono altri governatori in quota Forza Italia che guidano regioni del Sud sulla sua stessa posizione, da Renato Schifani in Sicilia a Vito Bardi in Basilicata. Proprio quest'ultimo ha fatto sapere di «condividere le perplessità già espresse da alcuni esponenti di FI, come Occhiuto, in ordine all’accelerazione che si è voluto imprimere al processo legislativo». Occhiuto fra l’altro nella sua nota scrive che «Non so se i minimi vantaggi elettorali che il centrodestra avrà al Nord, dove presumibilmente i cittadini prima dell’autonomia avrebbero preferito avere meno tasse e meno burocrazia, compenseranno la contrarietà e le preoccupazioni che gli elettori di centrodestra hanno al Sud». Pronostica quindi una emorragia di voti per il centrodestra nel Meridione. Anche questo diventa un pericoloso crinale politico: come pensa di arginare questa emorragia? Soprattutto tenendo conto che una delle prime consultazioni elettorali di rilievo saranno proprio le prossime regionali in Calabria.

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Restando sempre sul terreno politico poi il presidente deve giostrarsi fra gli equilibri politici della sua coalizione. Azione, che prima del voto aveva invitato i parlamentari calabresi a votare contro la riforma, ora che questi si sono defilati in una nota scrive che «Purtroppo non siamo stati ascoltati e questo sicuramente ci pone in una condizione di riflessione profonda». Certo Azione non ha un grosso peso politico in consiglio, contando solo su due consiglieri. Più delicata sarà gestire il rapporto con la Lega che ieri, attraverso i rappresentanti calabresi alla Camera sventolava la bandiera della Regione Calabria proprio sotto quella della Repubblica di Venezia. Come prenderà la Lega questa nuova presa di posizione del Presidente?

Tralasciando gli aspetti politici, ci sono poi gli aspetti tecnici che riguardano le materie che possono essere avocate dalle Regioni anche senza la definizione dei Lep. Fra queste ad esempio la Protezione Civile. Anche lì dove porterà Occhiuto la Regione Calabria? Siamo in grado di organizzare una Protezione Civile autonoma ed efficiente? Tutti nodi che il presidente della giunta regionale è chiamato a sciogliere.

Giornalista
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