«La miopia ed i calcoli di potere di un governo, di una classe dirigente cinica ed inadeguata, hanno partorito una legge che mortifica le energie del Sud. Le forze migliori del Sud saranno ulteriormente incentivate all'abbandono ed in particolare i giovani a costruire altrove il loro futuro. Le regioni del Sud, a partire dalla Calabria sono spinte verso una desertificazione irreversibile». Così l’ex presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, commenta l’approvazione dell’autonomia differenziata.

«Di fronte al consumarsi di questo disegno - continua Oliverio - assume una gravità inaudita la posizione dei presidenti di centrodestra delle Regioni del Sud che a gennaio scorso, in Conferenza Stato-Regioni, hanno dato parere positivo al disegno di autonomia differenziata illustrato dal ministro Calderoli. Già in quella occasione abbiamo avuto modo di esprimere incredulità, sconcerto, meraviglia e indignazione rispetto al voto favorevole espresso dal presidente Roberto Occhiuto che evidentemente ha fatto prevalere logiche di equilibri interni alla sua maggioranza di governo rispetto agli interessi della Calabria. Assumere atteggiamenti da pentito oggi è come il pianto del coccodrillo». Secondo Oliverio, infatti, la colpa maggiore di Occhiuto è stata quella di «aver rotto l'unità del fronte delle Regioni del Sud nella Conferenza Stato-Regioni. Unità che nel 2018 fu decisiva per bloccare lo stesso disegno di Salvini, proprio in sede di Conferenza Stato-Regioni. Purtroppo in questo percorso il Sud ha subito anche il tradimento e l'inganno della rappresentanza parlamentare di centrodestra».

Sui parlamentari calabresi Oliverio dice che siamo andati «oltre la vecchia pratica dell'ascarismo meridionale. Forse, anzi sicuramente, a causa di una legge elettorale che sottrae al popolo sovrano il potere di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Una legge elettorale che ha prodotto un Parlamento di nominati dalle segreterie nazionali dei partiti. È fin troppo evidente constatare che con questo sistema elettorale i parlamentari rispondono alle segreterie dei partiti, piuttosto che dare conto al popolo». Oliverio conclude la sua nota invitando ad una grande mobilitazione, a partire da una raccolta firme per un referendum abrogativo della legge appena varata.

Chi non la pensa come Oliverio è il deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro che sui social ha rivendicato la sua posizione sul Ddl Calderoli. Il deputato scrive a caratteri cubitali che ha deciso di non partecipare al voto: «L'ho fatto insieme agli altri deputati calabresi di Forza Italia - scrive - disertando l'Aula, mentre altri colleghi, calabresi, di altri partiti, hanno deciso di votare a favore. E mi indigna (non poco) vedere la bandiera della Calabria sventolata da rappresentanti della Lega in un clima così discusso e discutibile». Qui il riferimento è ovviamente alla deputata leghista Simona Loizzo che si è fatta ritrarre in foto con la bandiera della Regione (creata soltanto nel ‘95 su impulso di Oscar Luigi Scalfaro) insieme agli altri colleghi che sventolavano le bandiere delle loro regioni. E proprio la Lega, che ultimamente è abbastanza critica verso la giunta Occhiuto, Cannizzaro mette nel mirino. «Noi, calabresi, meridionali - continua ancora infatti - ancor prima che membri di un partito e del Governo, siamo stati coerenti, non abbiamo votato la legge per decisione personale, esercitando la libertà di coscienza che c’è sempre stata in Forza Italia e per la quale ringrazio il segretario nazionale Antonio Tajani. Altri non lo hanno "potuto" fare». Quello che non dice Cannizzaro è perché la sua libertà di coscienza non l’ha spinto al punto di votare contro il provvedimento anziché lasciare l’aula.

Intanto il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri ha replicato allo stesso Occhiuto. «Occhiuto si dovrebbe rileggere il programma elettorale e la legge approvata dal centrodestra». Lo ha detto il vicepremier a margine della festa per i 50 anni del Giornale a Milano. «L'autonomia sarà una grande opportunità per migliorare le Regioni del Sud. Chi è capace non ha nulla da temere», ha aggiunto.

Per restare nell’alveo del centrodestra, anzi di Forza Italia, indignato è anche il consigliere regionale Antonello Talerico. «Con l’approvazione di questa autonomia differenziata - si legge in una nota a firma anche degli assessori comunali di Catanzaro Giorgio Arcuri, Antonio Borelli e Giuseppina Pino e dei consiglieri comunali della stessa città Francesco Assisi, Antonio Barberio, Manuela Costanzo, Rosario Lostumbo, Giulia Procopi e Francesco Scarpino - sono esposti a rischio anche il diritto alla salute, il diritto alla tutela ambientale, il diritto all’istruzione, il diritto alle prestazioni socio-assistenziali per il rischio per molte Regioni di non poterli garantire, altro che livelli essenziali delle prestazioni! Un disastro a cui hanno concorso un po' tutti, poiché alla fine hanno vinto coloro che da anni volevano la secessione dell’Italia, allontanando sempre più il Sud dal Nord. Come fidarsi di uno come Calderoli che voleva l’indipendenza di un lembo di terra italica, la Padania! Come farà il Presidente Mattarella a promulgarla, dopo aver “criticato” solo qualche settimana fa il testo di questa legge».

«Dinanzi a tale sciagurata approvazione della legge sull’Autonomia differenziata (o regionalismo differenziato) - conclude l’area Talerico - non resterà che promuovere un referendum abrogativo. Ciò che il popolo (in particolare quello che vive nel profondo Sud) non voleva e qualcuno ha voluto imporre, il popolo dovrà smantellare».

Chi invece rivendica il provvedimento, ma non ha potuto votarlo perché espulso dopo aver fatto il gesto della Decima Mas durante la discussione in aula, è il deputato leghista Domenico Furgiuele. «Non ho potuto partecipare al voto sull’autonomia perché, a proposito della tanto decantata libertà, vittima di un provvedimento alquanto discutibile. Il ddl Calderoli, porta con sé - dice il deputato lametino - in dote l’individuazione dei Lep il cui finanziamento è imprescindibile per l’assegnazione delle materie che ne richiedono la prerogativa. Per chiarezza, nessuna regione diventa autonoma da domani, ma ogni territorio potrà chiedere di avviare l’iter di assegnazione per materia, il tutto attraverso un iter articolato di pesi e contrappesi volti a garantire, chi la materia la chiede, chi la materia la dà e chi decide di non partecipare a questo processo». L’ultimo passaggio Furgiuele lo dedica alle polemiche di questi giorni: «Sono felice di aver visto la bandiera della Calabria sventolare in aula - scrive - ma mi dispiace per qualche collega di centrodestra che ha votato in difformità con il proprio partito di appartenenza, che al Senato e alla Camera ha rispettato gli accordi sul programma di Governo. Il centrodestra, tuttavia - chiosa - ne esce forte e coeso».

«Su autonomia differenziata e il resto delle riforme che il centrodestra sta presentando e votando in Parlamento credo che i presidenti Occhiuto e Mancuso debbano avere massima fiducia non solo sulla garanzia della unità nazionale la cui massima espressione è la storia e anche le politiche di Giorgia Meloni che vedono oggi il Sud con una crescita che è più 1,3% della media nazionale», questo il commento del senatore cosentino di FdI, Fausto Orsomarso. «Aggiungo che gli emendamenti che hanno messo in sicurezza i Lep, il percorso delle intese che vedrà protagonista anche il parlamento e il presidente del Consiglio che dovrà firmarle con i presidenti delle Regioni, sono stati presentati da Fratelli d’Italia al Senato proprio per garantire costi e servizi standard, i Lep e la massima attenzione sulle intese che già Bonaccini e De Luca avevano presentato e concordato con il precedente Governo - continua Orsomarso -. Insomma credo che Occhiuto e Mancuso e più di loro i cittadini del Sud e della Calabria devono avere fiducia nel Governo di Giorgia Meloni così come è stato certificato dalla maggioranza del Parlamento Italiano anche con il voto degli esponenti di Forza Italia di Camera e Senato unitamente al buon governo della nostra Regione».

Al di là della politica ci sono anche le associazioni di categoria che sono intervenute nel dibattito. Fra queste la Cna della Calabria il cui presidente Giovanni Cugliari definisce «gravissima l’approvazione dell’Autonomia differenziata. Sono stati ignorati tutti gli appelli, anche quello Cei e Cec». «Mi rivolgo- aggiunge - a tutti i parlamentari calabresi, ai leader della maggioranza calabrese in parlamento, in particolare all’onorevole Cannizzaro e al sottosegretario Ferro, che hanno applicato una logica di partito e hanno disatteso le indicazioni di Occhiuto, affinché ci spieghino quali saranno i benefici per la nostra terra. Non si tratta di un braccio di ferro tra Nord e Sud, ma di adoperarsi per il bene dell’Italia intera. Non possiamo – conclude - permettere tutto ciò. È ora di serrare le fila, di unire le forze e il Sud e di farci sentire in maniera importante».