VIDEO | Le forze sociali, politiche e associative promotrici del quesito si sono ritrovati questa mattina in Piazza Cavour a Roma. Intanto si registrano continui scricchiolii nella maggioranza. Stop per il Comitato presieduto da Cassese
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Un milione e 291 mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, sono state consegnate questa mattina dal Comitato referendario per l'abrogazione della legge Calderoli, in Corte di Cassazione. Presenti in piazza Cavour tutti i partiti dell'opposizione a iniziare dal Partito democratico, con la segretaria Elly Schlein, Alleanza Verdi e Sinistra con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, Italia viva con Maria Elena Boschi, +Europa con Riccardo Magi, il M5s, con il presidente Giuseppe Conte e il leader della Cgil, Maurizio Landini.
Il quesito referendario
La raccolta firme iniziata il 20 luglio scorso ha registrato un'ampia partecipazione di cittadine e cittadini che hanno sottoscritto il quesito: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?».
Il referendum promosso da Cgil e Uil e da un vasto schieramento di forze sociali, politiche, associative e della società civile per dire “Sì all’Italia unita, libera e giusta”, è considerata dai promotori «la migliore risposta di popolo ai magheggi di chi continua a voler frantumare l’Italia sfuggendo al conto del parlamento e dei cittadini».
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In Calabria raccolte oltre 100mila firme
Anche in Calabria il quesito referendario ha trovato terreno fertile e il risultato di questa prima fase si conclude con oltre 100 mila firme raccolte, almeno 30 mila delle quali sulla piattaforma on line.
Il tutto in un quadro di continui scricchiolii nella maggioranza del governo, mentre tiene banco la questione della definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni, con il ministro Calderoli a chiarire dinanzi alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo, che la definizione dei fabbisogni standard spetta alla politica e non al Comitato presieduto da Sabino Cassese che si è preso la scena perché in predicato di approvare un documento in cui si sostiene che i fabbisogni standard vanno calcolati «in base alle caratteristiche dei diversi territori, clima, costo della vita e agli aspetti sociodemografici della popolazione residente».
Da quel che si apprende, alcune frizioni sorte proprio all’interno del Comitato, hanno provocato una battuta d’arresto del gruppo di lavoro e in tanti la considerano una conseguenza dell’intervento del ministro Calderoli che ha pure annunciato l’avvio del negoziato con 4 regioni.
Il dibattito
Proprio all’esponente leghista ha recapitato una lettera riservata il leader di Forza Italia Antonio Tajani che, collocandosi sulle posizioni di Occhiuto, ritiene «problematico separare le materie “non Lep” da quelle “Lep” perché - ha osservato - si raddoppia il numero delle intese, con un aggravio di lavoro per il governo e per il Parlamento, la cui agenda è già densa di priorità».
Tajani ha quindi rimarcato come «una decisione congiunta su entrambi i gruppi di materie potrà consentire una valutazione più completa e coerente sia sul piano tecnico che su quello politico», evidenziando al contempo una preoccupazione che lo assilla da tempo: «Esprimo una forte cautela sui rapporti con l’Unione europea: la partecipazione delle Regioni nella definizione e attuazione della legislazione europea è ben codificata sia nel diritto nazionale che in quello europeo. Al Consiglio dell’Ue partecipano gli Stati e sono gli Stati a rispondere delle violazioni del diritto europeo». Preoccupazione che riguarda anche la gestione del commercio estero.