Il sindaco di Cosenza coglie l'occasione del via libera in Senato del ddl Calderoli per restituire le tante punzecchiature ricevute dal suo predecessore in due anni e mezzo di amministrazione del capoluogo bruzio
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L’occasione per alimentare uno scontro politico tutto in salsa bruzia l’ha fornita il Senato con il via libera al ddl Calderoli. L’autonomia differenziata, tanto osteggiata dalla sinistra e dai loro sindaci del Sud, ha servito su un piatto d’argento a Franz Caruso la possibilità di rendere al suo predecessore Mario Occhiuto, oggi a Palazzo Madama per conto di Forza Italia, una delle tante punzecchiature ricevute nei primi due anni e mezzo di governo cittadino a Cosenza. Non solo, però, perché il vero obiettivo delle invettive è stato, come spesso avviene di recente, il governatore Roberto Occhiuto.
«Il presidente della Regione ha sostenuto con forza che prima dell’autonomia differenziata si dovevano definire i Lep - ha detto Caruso -. Così non è stato ed Occhiuto è stato smentito non solo dal suo partito, ma dal suo stesso fratello». Poi ancora: «Schematicamente, a pelle, si registra che la Riforma Calderoli è la rappresentazione plastica della seguente spartizione: la giustizia a Forza Italia, l’autonomia differenziata alla Lega ed il premierato alla Meloni. Così si distrugge il Paese. A voler tacere delle squallide contraddizioni che si sono registrate alle nostre latitudini, con il voto a favore fatto registrare dal senatore fratello del presidente della Regione Calabria».
Uno scontro ormai polarizzato su tutti i fronti, a Palazzo dei Bruzi sperano destinato a garantire la leadership del centrosinistra a Caruso in vista delle prossime Regionali. I terreni di battaglia tra il Comune di Cosenza e la Cittadella non si contano più. Tutto è iniziato con la localizzazione del nuovo hub ospedaliero, individuato con una delibera dal consiglio comunale a Vagliolise e messo in discussione con uno studio di fattibilità alternativo all’Unical. La fusione di Cosenza con Rende e Castrolibero è l’altro oggetto del contendere, anche se la data presunta dello scioglimento dei tre centri di governo, il primo febbraio 2025, è irrealizzabile.
Le barricate si sono alzate anche in occasione delle elezioni del presidente dell’Anci dove all’ultima curva l’ha spuntata Rosaria Succurro, sindaca di San Giovanni in Fiore, presidente della Provincia di Cosenza e fedelissima di Occhiuto. Caruso, insieme a Voce e Fiorita e ad altri primi cittadini di centrosinistra non ha nei fatti mai riconosciuto la sua autorità, tanto da intervenire in maniera autonoma e critica verso la Regione su tutta una serie di temi politici. Non ultimo oggi l’autonomia differenziata.