«Il report della Fondazione Gimbe fotografa un fallimento della sanità nel Mezzogiorno e una difficoltà anche nelle Regioni del Nord in sanità, a legislazione e a Costituzione vigenti. Il report, comunque, si dimentica che la vituperata sanità parzialmente regionalizzata viene classificata in tutte le graduatorie mondiali tra le top ten e, secondo Bloomberg, addirittura al terzo posto a livello mondiale. Per cui, con buona pace di Gimbe, noi stiamo male ma non troppo, e tutto il resto del mondo sta peggio». Così il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, replica ai dati contenuti in un report della fondazione Gimbe sugli effetti dell'autonomia differenziata in sanità.

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«L'autonomia differenziata è stata proposta per rimediare al disastro del Sud e ai problemi del Nord, quindi per rendere più efficienti le prestazioni in tutto il Paese», aggiunge il ministro.

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«Le Regioni che vorranno accettare la sfida potranno raggiungere questo obiettivo. Quelle che vorranno accettare il rimedio di Gimbe, ovvero quieta non movere, saranno destinate a rimanere nel disastro rappresentato dalla Fondazione. Ci sono tanti aspetti da correggere nel sistema Paese, a partire dalla sanità? Sì, sono il primo a riconoscerlo. Sta di fatto che il tanto contestato ministro Calderoli, proponente dell'autonomia differenziata, è stato quello che, come ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, ha conseguito, con i ministri di settore e in Conferenza Stato-Regioni, un riparto del Fondo sanitario nazionale non solo basato sul parametro dell'età media di vita ma anche su altri parametri, quale l'indice di mortalità e quello di deprivazione. Sono parametri sufficienti? Forse no - spiega ancora Calderoli - ce ne vorranno altri per individuare il reale fabbisogno delle Regioni in campo sanitario, ma è paradossale che ad aprire questa strada sia un ministro accusato di dividere il Paese e di aumentare i divari. A me sembra di avere fatto il contrario e intendo proseguire su questa linea, piaccia o non piaccia a Gimbe e agli altri catastrofisti del Paese».