La riunione

Autonomia differenziata, Calderoli incontra i governatori del Nord mentre la Corte costituzionale fissa la prima udienza sulla legittimità della legge

Fra questi anche il presidente forzista del Piemonte Cirio che sconfessa la linea di Tajani e Occhiuto. La Corte ha fissato per il 12 novembre l'udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni. Sullo sfondo il referendum abrogativo con oltre 1,3 milioni di firme raccolte

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di Massimo Clausi
4 ottobre 2024
17:25
Il ministro Calderoli, foto ansa
Il ministro Calderoli, foto ansa

Lep o non Lep le regioni del Nord e il ministro Calderoli vanno avanti sull’autonomia differenziata. Ieri si è tenuto a Roma, negli uffici del Ministro degli Affari regionali, il primo incontro per avviare un cronoprogramma che portasse al trasferimento alle Regioni delle prime materie non Lep.

All’incontro, oltre a Calderoli, hanno partecipato i presidenti delle giunte regionali di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte. Le cronache parlano di umori al settimo cielo e sorrisi a tutta bocca. Anche da parte di Cirio, incurante di quella che è la posizione del suo partito, ovvero Forza Italia. Il governatore del Piemonte, pressato dai cronisti su questo sviamento dalla linea ufficiale, si è lanciato in un acrobatismo semantico. Il presidente regionale piemontese sostiene che la sua presenza a Roma sia legata alla richiesta di autonomia votata dal precedente consiglio regionale, quando lui non era in carica, ma rivendica comunque «l’importanza del confronto» con Calderoli. E aggira l’idea di una contraddizione del suo partito: «Il Piemonte non ha chiesto il Commercio estero, con Tajani non c’è nessun tipo di contrasto».


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Eppure proprio Antonio Tajani, anche per bloccare l’attivismo di Roberto Occhiuto e tenere a basa i voti forzisti al Meridione, aveva alzato un muro contro l’autonomia sostenendo che prima dovevano essere definiti i Lep e poi si sarebbe potuto procedere col resto. Anche perchè portare avanti un’autonomia a spizzichi e bocconi sarebbe politicamente e istituzionalmente azzardato. Nella foga poi di essere più realista del Re, Tajani aveva anche fatto intendere che il gruppo forzista potrebbe non votare a favore del trasferimento in sede parlamentare. Un atto dimostrativo, più che altro, visto che il parere del Parlamento sulle intese è puramente consultivo.

Insomma nella mossa del buon Alberto Cirio c’è chi vede la cartina al tornasole della politica dei due forni di Forza Italia, così invisa alla famiglia Berlusconi. Tornando all’incontro il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha sottoscritto con gli altri governatori dell'asse del Nord una lettera indirizzata a Giorgia Meloni, chiedendo di anticipare il trasferimento alle Regioni delle materie non sottoposte ai Lep. Cirio ha inoltre proposto che le Regioni possano gestire direttamente l'Irap e il bollo auto, oltre a suggerire che siano le Regioni a occuparsi del rilascio dei passaporti. Altro che Lep e non Lep. Ieri per il momento si è parlato soprattutto di Protezione Civile.

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Ma non è questa l’unica notizia relativa alla riforma Calderoli. Sempre ieri il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, ha annunciato che il prossimo 12 novembre discuterà in udienza pubblica le questioni di legittimità costituzionale per l'udienza pubblica del 12 novembre 2024, la discussione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Regione Puglia (ricorso n. 28) e dalla Regione Toscana (ricorso n. 29), entrambe a guida Pd. Seguirà, a scadenza termini prevista per martedì 8 ottobre, la fissazione, sempre per l'udienza pubblica del prossimo 12 novembre, della discussione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Regione autonoma della Sardegna (ricorso n. 30), guidata dal M5s, e dalla Regione Campania (ricorso n. 31) anch’essa a guida Pd.

Una notizia che ha gettato un secchio di acqua gelata sulla bramosia autonomista del Nord. Sempre aspettando il referendum abrogativo. Il 26 settembre scorso i leader del centrosinistra e il segretario generale della Cgil Landini hanno depositato alla Cassazione 1,3 milioni di firme per cancellare la legge sull’autonomia di cui 700mila raccolte in maniera tradizionale e oltre 500mila on line.

Giornalista
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