È più preoccupato dello scarso raccolto del suo noccioleto che dalle polemiche interne alla maggioranza che definisce come quei temporali estivi, destinati a sparire in un attimo. Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, in una intervista al CorSera, interviene sulle polemiche sorte intorno al suo progetto di Autonomia differenziata e ovviamente prova a minimizzare tutto, tranne una cosa: il referendum.

Prima dice che non gliene frega nulla, per aggiungere subito dopo che il quesito rischia davvero di spaccare il Paese, mentre la sua legge ne preserva l’unità. Infine lamenta il ricorso alle firme on line, fra l’altro possibili grazie ad una piattaforma del Governo. «Un vulnus - lo definisce - rispetto a una Costituzione che aveva fissato il numero delle firme quando si dovevano raccogliere in cartaceo, non dal divano».

È evidente che il referendum agita la Lega più delle intemperanze di Forza Italia. In fondo c’è sempre il potere che da sempre è collante coriaceo per il centrodestra. Invece in caso di esito negativo, per il centrodestra, del referendum il Governo rischia di cadere come già Matteo Renzi sulle riforme costituzionali. Allora Calderoli prova a silurare proprio l’iniziativa che sta tenendo insieme il centrosinistra, allargato anche a diverse parti sociali. «Io temo che, qualunque sia il risultato, la frattura del Paese ce l’avrai. In ogni caso. Ammesso e niente affatto concesso che il referendum si celebri e passi l’abrogazione, diventerebbe automaticamente il referendum del Sud contro il Nord. Qualcuno vuole assumersi la responsabilità di spaccare il Paese? Io sono contrarissimo a uno scontro del genere, credo davvero che sia un esito che non conviene a nessuno». Di certo non al Governo Meloni.

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E i mal di pancia di Forza Italia? Per Calderoli sono temporali estivi che si risolveranno presto. Il Ministro dice che per il Sud ci sono massime garanzie «Le esigenze espresse sono contenute nella legge, modificata con emendamenti e ordini del giorno di Roberto Occhiuto e del suo partito. Io intendo mantenere completamente gli impegni, inclusi quelli degli odg». In realtà i forzisti calabresi non hanno presentato alcun emendamento o orbolladine del giorno, ma semplici mozioni. Il valore di queste è abbastanza aleatorio. Ma l’idea che si debbano prima definire i Lep e poi avviare l’autonomia sembra abbastanza consolidata e lo stesso Calderoli dice che si utilizzerà grande prudenza anche nel trasferimento di materie non Lep che alcune regioni del Nord, Veneto in testa, hanno già iniziato a chiedere.

Sarà anche vero ma Occhiuto, prudenzialmente, continua a frenare sull’avvio della legge al punto di chiedere un congelamento sulle materie non Lep. Abbiamo anche scritto dei tentativi di Forza Italia di frenare il processo previsto dalla legge fino ad arrivare al rischio di votare insieme alle opposizioni quando l’accordo fra Stato e Regioni arriverà in Parlamento per un parere sia pure non vincolante, ma politicamente molto significativo.

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Il punto sono i tempi in cui si avvierà questo trasferimento. Calderoli dice che arriveranno entro l’anno. In particolare sarebbero in dirittura d’arrivo, secondo il Ministro, ambiente, sanità, tutela dei diritti del lavoro, governo del territorio. Proprio quelli più discussi. Altra cosa che Calderoli non dice e se, al di là della definizione, ci sarà anche il finanziamento e con quali capitoli di spesa viste le vacche magre dei conti pubblici.