La consigliera regionale è stata ospite di Otto e Mezzo, dove ha ha messo in evidenza gli effetti nefasti della riforma soprattutto in ambito sanitario: «Meloni si ritroverà a governare 20 microcellule»
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In Calabria la notizia dell’approvazione della legge sull’autonomia differenziata ha scatenato una serie di reazioni negative, non solo da parte del mondo politico dell’opposizione al Governo Meloni ma anche, com’è noto, da parte di Forza Italia e dell’entourage del presidente Occhiuto, molto inqueto su questa corsa all’indomani delle Europee. Ed è proprio la posizione della Calabria, rispetto agli effetti negativi sulla qualità dei servizi pubblici che avrà la nuova legge dello Stato, ad essere rimbalzata immediatamente agli onori della cronaca nazionale. Ad Otto e Mezzo, su La7, per trattare il tema, Lilly Gruber ha invitato, tra gli altri, anche Amalia Bruni. La neurologa di fama internazionale, consigliera regionale che da un anno ha aderito al Pd.
Sulla rivisitazione amara venuta fuori dall’arringa di Schlein alla Camera, relativamente al nome del partito di Meloni, diventato ormai per l’opposizione Brandelli d’Italia, Lilly Gruber ha intavolato una discussione abbastanza accesa. Amalia Bruni si è difesa anche molto bene rispetto all’attacco del direttore del Secolo d’Italia Bocchino, rispetto alla vera paternità della riforma odierna. Il fatto cioè che nel 1999 il governo Amato avesse liquidato una riforma costituzionale di cui oggi la legge sulla autonomia differenziata sarebbe solo una norma attuativa. In realtà, anche per l’editorialista della Repubblica Massimo Giannini, anch’egli ospite della trasmissione, il fatto che il federalismo parta da lontano non giustifica la fretta di chiudere una partita importante come questa.
E se per Giorgia Meloni questa legge consentirà la responsabilizzazione degli amministratori locali e la riduzione degli sprechi, da parte sua Amalia Bruni è convinta che la legge «nuocerà molto di più a Meloni che si ritroverà ad essere la premier non di una nazione ma di venti microcellule, che saranno tutte impoverite in termini di servizi perché esistono anche ampie zone del Nord che avranno questo problema. È evidente - ha aggiunto rispondendo alle domande di Gruber – che noi al Sud, soprattutto in Calabria grazie al nostro sistema sanitario abbiamo addirittura almeno cinque anni in meno di aspettativa di vita. Stiamo pagando un prezzo altissimo che con questa legge peggiorerà. Perché non potremo più attingere dal fondo nazionale oltre ai 300 milioni di euro di passivo che già registriamo. Per non parlare della migrazione sanitaria dal Sud al Nord». Sullo sfondo della discussione il referendum abrogativo che il centrosinistra in queste ore sa annunciando con la raccolta delle 500mila firma necessarie.