Il percorso dell’Autonomia differenziata si è fatto più complicato dopo che la recente sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittima la riforma. Il ministro Roberto Calderoli dovrà attendere e, nel frattempo, il consenso dei cittadini nei confronti del progetto sembra essere calato in tutte le aree del Paese, incluso il Nord Est che è considerata una delle roccaforti leghiste.

Lo testimoniano i dati del sondaggio condotto da Demos per Repubblica. Rispetto ad aprile, infatti, la quota di coloro che si dicono d’accordo con l’introduzione dell’autonomia differenziata è scesa di 10 punti percentuali: si ferma al 35%. Non è poco, ma non basterebbe per vincere un referendum che si annuncia infuocato e potrebbe avere ripercussioni sulla tenuta del governo (tant’è che molti, dopo le richieste della Consulta, si sono affrettati a dire che probabilmente non si farà).

Un anno fa il Sì alla riforma raggiungeva il 50%. Oggi la tendenza verso il basso pare delineata mentre si rafforza la base del No. I contrari all’Autonomia differenziata sono circa il 60%.

Se si osserva la posizione politica dei cittadini intervistati nel sondaggio di Demos, si conferma il profilo delineato nelle precedenti rilevazioni. In particolare, è chiaro il consenso espresso dagli elettori più vicini alla Lega, che supera, di poco, il 70%. Seguita dai sostenitori di Forza Italia, che raggiungono il 60%. E dei Fratelli d’Italia: 57%. La base dei partiti della maggioranza del governo di centro destra, dunque, conferma il favore per la riforma autonomista. Sostenuta anche dalla base di Italia Viva. Mentre, appena sotto il 50%, c’è Azione. Sul fronte opposto, all’opposizione, contro il progetto dell’autonomia differenziata, ci sono i cittadini più vicini ai partiti di centro sinistra. E quindi del Pd, di Avs. E, in misura “minore, ma sempre maggioritaria”, del M5S e di +Europa. È interessante osservare, comunque, il calo generalizzato che coinvolge la base elettorale di tutte le forze politiche. Compresa la Lega. Ma soprattutto i FdI e FI.

Ciò che colpisce di più è però il declino dell’idea soprattutto al Nord: nell’indagine condotta da Demos nello scorso aprile l’autonomia differenziata era approvata dal 70% dei cittadini intervistati. Sono 25 punti percentuali in più rispetto alla rilevazione riportata oggi da Repubblica. Altro dato su cui riflettere. Nel Paese passa la rappresentazione di un intervento normativo che accentua le divisioni e spacca un’Italia che, invece, vuole sentirsi più unita.