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"Questa volta non sarà possibile per Sindaco e Vicesindaco tirare in ballo le colpe di "chi c'era prima", essendo evidenti, nella vicenda dell'aumento di capitale della Sacal, chiare ed inequivocabili responsabilità ascrivibili solo ed esclusivamente all'approssimazione e alla incompetenza amministrativa della giunta Mascaro”. Esordisce così il Coordinamento del M5s di Lamezia che accusa il sindaco e la sua giunta di aver commesso tanti, troppi errori da ultimo "la boutade sulla colletta chiesta ai lametini”. Una serie di errori tutti accomunati da un unico comun denominatore: “fare l'esatto contrario degli interessi della città per evidente incapacità politica e amministrativa”.
Per il M5s all'interno della Sacal il Sindaco sarebbe “riuscito ad isolare politicamente la rappresentanza della città, appiattendosi acriticamente sulle posizioni del Sindaco Abramo”.
"Avrebbe invece dovuto sollecitare un'intesa tra tutti gli altri enti pubblici territoriali perché lo statuto attuale della Sacal consentiva di porre un argine ad un aumento di capitale che finirebbe per consentire che la gestione della Società passi dalla mano pubblica a quella privata.
Avrebbe potuto applicare l'art.6.5 dello Statuto che espressamente prevede che una quota delle azioni può essere, dall'assemblea, destinata all'azionariato diffuso, in caso di collocazione sul mercato. E poi, proprio nel caso di aumento di capitale, l'art. 6.7 consente di riservare le nuovi azioni all'ingresso di nuovi enti locali vietando che a sottoscrivere l'aumento di capitale siano i soci privati. Così si sarebbe difesa la Sacal e la città di Lamezia, ma per far tanto l'amministrazione Mascaro avrebbe dovuto dimostrare competenza amministrativa, lungimiranza e capacità di aggregazione politica intorno alla città, doti che, però, pare le difettino.
Ma siccome la giunta è guidata e infarcita da giuristi, è legittimo allora sospettare che il "non possiamo", nasconda un più colpevole "non vogliamo"? Queste erano le soluzioni pronte -più politiche-, gìà previste dallo Statuto in vigore, poi ce ne sarebbero numerose altre -più tecniche- che avrebbero richiesto però un minimo di studio e elaborazione, ne elenchiamo per brevità solo due: la creazione di una società di scopo patrimonializzata con le azioni della Sacal e magari delle altre partecipate, offrendo ai cittadini di Lamezia Terme la possibilità di sottoscrivere un numero contingentato di azioni; la sottoscrizione del nuovo capitale sociale attraverso la cessione diretta del controvalore di proprietà immobiliari, magari proprio nelle pertinenze dell'aeroporto. Caro Mascaro, caro Caglioti, come diceva Totò, non lo sapevano? Si informino !!!!".
Puntuale arriva la replica del vicensindaco Caglioti: “Ho letto con grande stupore l’ennesima nota stampa uscita sull’argomento dell’aumento del capitale sociale della Sacal S.p.a. in cui ormai tutti, come da ultimo il Movimento 5 Stelle, si elevano al rango di professori in grado di impartire stizzite lezioni di politica e di diritto.
Ben vengano i suggerimenti ma gli stessi devono essere elargiti senza polemica ed in buona fede oltre che, per quel che più rileva, devono essere pertinenti e tecnicamente realizzabili.
Il Sindaco Paolo Mascaro ha difeso e difenderà in tutte le sede in cui ciò sarà necessario, compreso la Sacal S.p.a., gli interessi della collettività lametina che al contrario, nel remoto e nel recente passato, sono stati in varie sedi spesso mal difesi e completamente bistrattati.
Agli amici del Movimento 5 Stelle, voglio sommessamente evidenziare che il riferimento da loro fatto all’articolo 6.5) dello Statuto della Sacal S.p.a. non è purtroppo pertinente rispetto alla fattispecie che ci occupa atteso che la relativa disposizione statutaria si riferisce alla fase genetica della ripartizione delle azioni sociali e non già alla fase dinamica dell’aumento del capitale sociale appositamente disciplinata, per come del resto riconosciuto dagli stessi autori della nota pentastellata, dal successivo articolo 6.7).
Nell’aumento di capitale, in buona sostanza, è categoricamente escluso il ricorso all’ “azionariato diffuso in caso di collocamento sul mercato” essendo imposto, in via esclusiva, la sottoscrizione ed il versamento in danaro da parte dei soci secondo un procedimento analiticamente regolamentato per fasi che prevedono, in prima battuta, la sottoscrizione dei soci, in seconda battuta, la sottoscrizione (solo) pro quota dell’inoptato da parte degli altri soci, ed in terza battuta, il collocamento sul libero mercato.
Ma v’è di più, atteso che anche la polemica politica strumentalmente accesa dal Movimento 5 Stelle, come del resto quelle precedenti accese da altri gruppi politici, non coglie nel segno atteso che, quand’anche il Comune di Lamezia Terme, e si farà di tutto perché ciò non accada, non dovesse sottoscrivere l’aumento del capitale sociale, il pericolo di fantomatiche scalate alla Sacal S.p.a. da parte dei privati catanzaresi è addirittura escluso dallo Statuto della Società il quale prevede espressamente che il diritto di opzione è garantito solo pro quota di guisa che le azioni non sottoscritte dagli Enti pubblici saranno ripartite tra tutti i soci esclusivamente in proporzione all’entità della loro partecipazione (nel caso dei privati catanzaresi assolutamente minima) ed all’esito collocate sul libero mercato a disposizione (anche) degli imprenditori lametini.
Impraticabile, al contempo, è la suggestiva ipotesi di ricorrere all’unica eccezione prevista dallo Statuto in materia di aumento di capitale e, quindi, di riservare le azioni di nuova emissione all’ingresso di altri Enti Locali. Tale ipotesi è espressamente esclusa dalla legge 27.12.2013, n.147.
Non coglie nel segno poi, purtroppo, neanche il “suggerimento” relativo alla possibilità di sottoscrivere l’aumento del capitale sociale mediante il conferimento di un immobile non potendo ignorare l’ignoto estensore della nota del Movimento 5 Stelle che l’articolo 2342 del codice civile sui conferimenti nelle Società per azioni prevede espressamente che “se nell’atto costitutivo non è previsto diversamente, e nello Statuto della Sacal S.p.a. non è previsto diversamente, il conferimento deve farsi in danaro”.
Si respingono al mittente, in conclusione, le sprezzanti polemiche accese da protagonisti della politica alla ricerca di occasioni di visibilità che tuttavia, soprattutto quando si ergono al rango di fini giuristi, dovrebbero sfruttare meglio le occasioni che vengono loro concesse per esplicitare concetti e proposte tecnicamente sostenibili".
AGGIORNAMENTO 17:02:58: Il M5s controreplica alle dichiarazioni del vicesindaco. “Prendiamo innanzitutto atto che il Vicesindaco Caglioti, nel rispondere al nostro comunicato di stamane, non si esprime sui tre errori fondamentali commessi dal Sindaco, dalla giunta, dal rappresentante in Sacal.
Primo: non aver votato a favore delle dimissioni di un CdA oggetto di indagine penale (insieme a numerosi dirigenti della società); secondo: non aver fatto nulla per evitare che si arrivasse ad un aumento di capitale gestito da questo CdA; terzo:non aver cercato alcuna intesa con gli altri enti locali per modificare, quando ancora era possibile, le disposizioni più inique dello statuto della Sacal.
Per il resto, l’apparente replica di Caglioti non fa che confermare, invece, che tutte le ipotesi da noi prospettate erano praticabili se solo si fosse intervenuti per tempo nell’Assemblea dei Soci e sullo Statuto sociale e non facendo finta che il problema non esistesse (nonostante che di aumento di capitale se ne parli dal 2011). Si sarebbe reso così possibile sia la riserva nell’aumento di capitale ai soli enti pubblici territoriali, sia la possibilità di sottoscrizione dell’aumento con modalità diverse dal danaro.
A seguire: una società di scopo, che gestisca le partecipazioni comunali, con un azionariato formato da cittadini di Lamezia Terme, non è affatto impraticabile, senza che possa avere nessuna rilevanza quello che dice e che non dice lo statuto di Sacal che ne rimarrebbe estranea. Semmai il problema per il Vicesindaco è che a determinare il controllo effettivo delle azioni del Comune, sarebbero finalmente i cittadini e non la giunta o il consiglio.
Così come Caglioti sembra dimenticare che l’obbligo di dismissioni dalle partecipate “non strategiche” previste dalle ultime finanziarie (ultima quella per l’anno 2014) è ormai scaduto il 31 marzo 2015, senza che il Comune di Lamezia Terme presentasse alcun piano di dismissioni alla Corte dei Conti (come la legge prevedeva). Il Vicesindaco dovrebbe ben sapere che questo divieto è ormai decaduto e il Governo ha dichiarato che non intende più inserirlo nell’attuale legge di stabilità in fase d’approvazione, in quanto il tema delle partecipazioni degli enti nelle società miste verrà successivamente disciplinato con la legge di riforma della pubblica amministrazione che sta predisponendo il ministro Madia.
Infine, veramente incomprensibile è, infine, l’affermazione che lo statuto di Sacal vieterebbe le scalate dei privati: se gli enti non sottoscrivessero le quote loro attribuite e lo facessero solo Aeroporti di Roma (spa) e gli altri privati possessori di quote minime, è vero o non è vero che il maggior azionista di Sacal diventerebbe Aeroporti di Roma, cioè un privato che nulla ha a che fare col territorio calabrese e la partecipazione del comune perderebbe di rilevanza? O dobbiamo dedicare un nuovo comunicato per ricordare a Caglioti chi è Aeroporti di Roma spa, chi la gestisce e chi, proprio dei politici catanzaresi, ha maggior influenza in essa? E se, in aggiunta sottoscrivessero, tra gli Enti, solo la Regione e la Provincia di Catanzaro (quest’ultima ha dichiarato come “strategica” la programmazione aeroportuale), e vero o non è vero che la partecipazione del Comune di Lamezia Terme si ridurrebbe ai minimi termini?”