Spese liquidate senza sufficiente motivazione, carenze documentali, ritardi, contratti claudicanti: le determine del 2019 sotto la lente dell’organo di controllo
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Negli uffici di Palazzo dei Bruzi le anomalie non mancano mai. A confermarlo arriva la relazione sui risultati del controllo di regolarità amministrativa degli atti prodotti nel primo semestre del 2019, approvata questa mattina dal consiglio comunale. Come ogni anno si è provveduto a sorteggiare un ristretto campione di determine dirigenziali e di contratti sottoscritti dall'ente per valutare se rispettino o meno le norme. La relazione non riporta gli estremi dei documenti presi in considerazione ma, in caso di bocciatura anche solo parziale degli stessi, indica le motivazioni che hanno spinto il Servizio di controllo a esprimere parere negativo o eventuali rilievi e osservazioni. Partiamo dai numeri: le determine sorteggiate sono state 48 delle 1995 firmate dai dirigenti nel periodo compreso tra l'1 gennaio e il 30 giugno 2019. Lo stretto indispensabile, quindi, dato che il minimo previsto per i controlli ammonta esattamente a otto atti al mese. Solo 29 hanno superato senza problemi l'esame. Sono 16, invece, quelle sulle quali il giudizio finale è stato positivo seppur accompagnato da rilievi, mentre tre sono state bocciate senza se e senza ma. Quanto ai contratti, quelli analizzati sono stati 37. Per 34 di essi il giudizio è risultato positivo, per due negativo e un altro è stato oggetto di rilievi.
Spese liquidate senza dettagli
Ma quali sono le criticità emerse? Per quanto riguarda le motivazioni di diritto, in uno dei provvedimenti esaminati mancava la citazione delle norme presupposte e in un altro venivano indicate in maniera errata. Le modalità di erogazione di sovvenzioni e contributi, nello specifico, facevano riferimento a regolamenti comunali non aggiornati per quel che riguarda la contabilità.
Non mancano poi i rilievi sulla parte descrittiva dei presupposti alla base degli atti. In alcuni casi se ne evidenzia la «carenza», in altri «l'eccessiva stringatezza», in altri ancora le spiegazioni sul perché una prestazione sia stata liquidata risulta insufficiente. È il caso, per citare un esempio, di «una urgente liquidazione mensile della prestazione resa per un pubblico servizio, a tutela degli interessi dei lavoratori coinvolti, nelle more della stipulazione del relativo contratto d'appalto». I controllori scrivono che sono stati omessi i presupposti che dovevano spiegare quel provvedimento, nonostante fossero necessari. C'è anche una determina in cui l'impegno di spesa viene indicato ripetutamente in maniera errata. Un'altra, invece, riguarda un provvedimento di spesa adottato nonostante mancasse la documentazione necessaria a comprovarne la ragione da un punto di vista amministrativo. E ci sono pure due contratti per scrittura privata in cui non vengono citate le determine che ne dovrebbero giustificare la sottoscrizione.
Motivazioni che sfuggono e rischi di contenziosi
Poi ci sono le motivazioni di fatto alla base dei rilievi. Tra le censure, una riguarda ancora l'eccessiva stringatezza delle stesse in un provvedimento di revoca di una precedente determina. Tre i casi, invece, in cui il Servizio di controllo non è riuscito a capire per quale motivo un'offerta sia stata ritenuta più congrua di altre. E, per restare alla congruità, c'è un caso in cui nessuno ha compreso in cosa consistesse una prestazione resa da un privato a favore del Comune.
Altri esempi di irregolarità? La liquidazione di una spesa, «nell'ambito di una prestazione di durata», nella quale non viene indicato il periodo di riferimento che si intendeva pagare. O quella, riguardante un altro atto, effettuata apparentemente senza una ragione. Ci sono poi i rilevi sugli incarichi legali: molto spesso si affidano rinviando ad atti successivi l'approvazione dello schema di convenzione con il professionista esterno nominato. Così facendo, si crea sistematicamente il rischio che tra quest'ultimo e il Comune si generi un contenzioso sulla durata e le modalità dell'incarico stesso.
Scarsa trasparenza e firme apposte da chi non dovrebbe
Non mancano le critiche sulla forma degli atti esaminati. E se i refusi riscontrati sono errori perdonabili, lo stesso non si può dire della mancata allegazione di fatture o degli schemi di convenzione relativi ad alcuni incarichi. L'assenza di quei documenti – si legge nella relazione – rende impossibile per i cittadini avere piena contezza di quanto accade a Palazzo dei Bruzi. Altri esempi in tal senso riguardano la mancata indicazione del nome di un creditore o, in un'altra determina, l'erronea indicazione del suo nome. Come già in passato, poi, il Servizio di controllo evidenzia che tra le determine ci sono atti emanati da un direttore diverso da quello che dovrebbe occuparsene perché competente sulla materia.
I ritardi ingiustificati e gli impegni di spesa posticipati
Spazio infine ai rilievi contabili, incentrati soprattutto sui ritardi. La relazione riporta un caso in cui è trascorso del tempo eccessivo tra l'emanazione di una determina e l'apposizione del relativo visto di regolarità contabile da parte del direttore di ragioneria. Così come quello di un appalto: l'attesa tra l'aggiudicazione definitiva e la stipula del contratto è stata più lunga del dovuto. In un altro caso, invece, il ritardo riguardava un impegno di spesa. Ce n'è un quarto, infine, in cui gli uffici hanno optato per posticipare all'anno successivo parte di un impegno di spesa relativo a una prestazione, visto che la stessa sarebbe avvenuta in seguito. Ma, salvo «per ipotesi eccezionali e da descrivere compiutamente», la procedura da seguire è diversa: si assume da subito la spesa pro quota inserendola nel bilancio triennale di previsione. Tutt'al più, nel caso non sia possibile procedere in questo modo, bisognerebbe apporre al relativo contratto una clausola che preveda una sospensione della prestazione (e del pagamento da parte dell'ente) nel caso non si riescano a trovare i soldi necessari a farla proseguire.