Le Amministrative sono alle porte e a destra il panorama rischia di diventare affollato, con Forza Italia in posizione dominante e Italia Viva che rischia di esserne risucchiata mentre si fanno largo le altre proposte
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Alla fine in Basilicata il campo largo lo ha fatto il centrodestra che è riuscito a coagulare sul candidato Bardi anche Azione e ItaliaViva. Un ulteriore segnale che sta venendo da queste amministrative (ci riferiamo a Sardegna e Abruzzo) ovvero che si vince al centro. Poiché il nostro sistema elettorale non permette l’esistenza di un terzo polo centrista (alle ultime politiche il duo Renzi-Calenda non ha vinto nemmeno un collegio maggioritario), allora il problema è il posizionamento.
Il punto è che il centro del centrodestra sta diventando un tantino affollato. C’è la posizione dominante, da un punto di vista dei numeri, di Forza Italia che ha recuperato lo spazio politico che esiste dalla Meloni al Pd per dirla con Occhiuto. Un tempo c’era Matteo Renzi che voleva lanciare l’Opa sul partito, si sta verificando l’esatto contrario. Renzi con la sua Italia Viva rischia di essere risucchiato dal partito che fu di Berlusconi ed è minacciato anche dalle altre proposte di centro: Azione e Noi Moderati.
«Non farei un’analisi politica sulle ultime regionali - ci spiega Nino Foti, dell’ufficio di presidenza di Noi Moderati - diciamo che alcune dinamiche si spiegano in base agli interessi e ai rapporti dei rappresentanti locali. In Calabria Graziano ha portato Calenda nel centrodestra, in Abruzzo il referente locale aveva scelto il centrosinistra, ma, ripeto, non c’è niente di politica perché dietro non c’è un ragionamento politico su un progetto».
Proprio per questo motivo Foti non si dice preoccupato di un’eventuale assalto dei due centristi al suo partito. «Con una battuta le potrei dire che il vero centro siamo noi - dice - Noi abbiamo un’alleanza organica su un progetto politico ben individuato. Calenda in Sardegna si è schierato col centro, in Abruzzo con la sinistra, in Basilicata col centrodestra. Non mi pare sia una proposta politica in grado di attirare gli elettori che chiedono una cosa sola: un racconto coerente. Gli esempi che le ho fatto dimostrano come siano i gruppi dirigenti locali a decidere la collocazione politica. Ma la politica è un’altra cosa. Noi Moderati stiamo stabilmente nel centrodestra con una proposta ben individuata, il pendolo lo facciamo fare ad altri».
«Siamo stati precursori in Calabria», scherza ma non troppo Giuseppe Graziano che è stato fra i primi a portare Azione nel centrodestra. Però condivide in parte l’analisi di Foti e anche lui fa una distinzione fra il piano locale e quello nazionale. «Guardi sul piano nazionale noi non faremo mai un’alleanza con i sovranisti. La invito a leggere il post di Calenda in risposta al commento di Salvini sulle elezioni in Russia, così come non potremo mai fare un’alleanza con il M5s e quindi quando il Pd si appiattisce sulle posizioni dei grillini. Abbiamo delle posizioni divergenti sulla politica estera ad esempio che sarebbero inconciliabili in un’alleanza organica. Sui territori il discorso cambia perché nelle amministrative conta molto il profilo del candidato e il suo programma. In Abruzzo Marsilio aveva un profilo che non ci convinceva, soprattutto per quanto fatto in sanità. Occhiuto è un profilo moderato che ci convince molto. Così come Bardi ha un profilo abbastanza simile al nostro presidente. Di certo un candidato presidente leghista non avremmo potuto accettarlo. Quindi per riassumere la differenza la fanno gli uomini e i progetti. A livello nazionale si vedrà. Adesso ci sono le Europee e gli elettori sceglieranno quale proposta politica di centro preferiscono. Io dico che Azione ha le sue specificità».
Appunto le Europee e il proporzionale. Banco di prova per tutti che permetterà finalmente ad entrambi i poli di trovare il loro centro di gravità permanente. Ma il problema è riuscire a differenziare la propria offerta politica.