Le elezioni si avvicinano e con loro tornano i sospetti di manovre clientelari nella sanità pubblica cosentina. Ad alimentarli, la riapertura di un concorso riservato ai disabili – la percentuale di invalidità per essere ammessi è del 46% - che si trascina ormai da circa cinque anni tra polemiche finite anche sotto i riflettori delle tv nazionali. Con la deliberazione numero 269 di due giorni fa il commissario Vincenzo Carlo La Regina, assistito dal direttore sanitario Martino Rizzo e da quello amministrativo Maurizio Nunzio Cesare Friolo, ha nominato la nuova commissione esaminatrice che dovrà individuare i 49 che si aggiudicheranno altrettanti ambitissimi posti di lavoro a tempo pieno e indeterminato negli uffici dell'Asp di Cosenza. Impieghi da amministrativi quindi, mentre negli ospedali della provincia (ancor più in quello del capoluogo) si fa sempre più pesante la carenza di medici e infermieri in corsia.

Una storia lunga cinque anni

La storia di questo avviso pubblico parte nell'ormai lontano 2016, quando a guidare l'Azienda sanitaria era Raffaele Mauro, finito di recente nell'inchiesta "Sistema Cosenza"  portata avanti dalla Procura cittadina. E prosegue con la nomina a presidente della commissione di Pietro Filippo, altro nome noto alle cronache giudiziarie e non solo. Condannato per truffa ai danni dell'Asp in primo grado e per falso con sentenza definitiva, Filippo era diventato famoso in tutto il Paese dopo che Le Iene nel 2019 ne avevano raccontato la storia nella seguitissima trasmissione della tv berlusconiana definendolo «il fuoriclasse dei furbetti del cartellino». Le procedure relative al concorso fin da principio avevano suscitato perplessità, tanto che a inizio 2017 l'allora commissario ad acta Massimo Scura aveva chiesto agli uffici di via Alimena chiarimenti in merito. Scura, poi, aveva dato il suo ok, nulla osta confermato poco dopo da Mauro, che aveva sottolineato la necessità di procedere al più presto con la «selezione, mediante chiamata nominativa, per colloquio e prova attitudinale». Indugiare ancora, spiegava, avrebbe potuto comportare «ulteriori sanzioni amminitrative e di altra natura» per l'Azienda. Il numero di disabili nella pianta organica era infatti inferiore a quello che la legge italiana prevederebbe a tutela delle categorie protette.

La commissione perde pezzi

Nonostante l'urgenza richiamata dall'ex dg, le cose sono andate avanti più lente che mai, fino a fermarsi del tutto. Il concorso è saltato una prima volta per la «sopraggiunta indisponibilità della sede d'esame alle prove selettive». Quindi la commissione che aveva preparato gli atti necessari all'esame ha iniziato a perdere pezzi. Si è dimesso il segretario Vincenzo De Rose e lo stesso ha fatto, a breve distanza dalla nomina, il suo successore Fortunato Verta e così l'incarico è passato a Dario Gaetano, fratello di quell'avvocato Nicola Gaetano che – per l'alto numero di cause curate per conto dell'Asp – era stato dapprima condannato e in seguito assolto nel processo sulle “Parcelle d'oro” ai legali esterni dell'azienda. Era la fine del 2019 ormai e le telecamere delle Iene di lì a poco avrebbero girato il servizio su Filippo. Tant'è che i più maliziosi si stupirono ben poco quando a gennaio del 2020 le fatidiche prove d'esame, il cui svolgimento era previsto all'Unical, saltarono nuovamente, associando il nuovo stop alla figuraccia rimediata in tv. Nelle settimane precedenti alla prova annullata era stato il parlamentare pentastellato Francesco Sapia a lamentarsi pubblicamente del ruolo in commissione di Filippo. Sapia – che peraltro è presente nella lista degli ammessi al concorso della discordia, a meno che non si tratti di un omonimo con cui condivide oltre a nome e cognome anche la data di nascita – annunciava in una nota di aver voluto «ribadire alla direzione aziendale che a ridosso delle elezioni regionali non è bene reclutare personale, anche per gli interessi e appetiti politici che potrebbero celarsi in questa fase», spiegando di aver ricevuto dai vertici aziendali «garanzie» sull'imminente annullamento della procedura.

A volte ritornano

Quasi un anno e mezzo dopo annullamenti non se ne sono ancora visti e l'unica novità pareva soltanto l'addio di Filippo all'Asp per sopraggiunti limiti d'età nel luglio scorso. La Regina, Rizzo e Friolo hanno nominato però una nuova commissione ex novo «considerata l'inerzia e l'inoperatività» di quella precedente perché non sono più «procrastinabili ulteriori rinvii». E così il commissario è finito nel mirino dell'ex consigliere comunale cosentino Giuseppe Mazzuca, oggi dirigente nazionale del Pd, che ne ha chiesto senza mezzi termini la testa. «In piena pandemia, in piena emergenza, con centinaia di morti e migliaia di contagi, il commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina – scrive Mazzuca - invece di creare nuovi posti letto Covid, vaccinare, assumere medici ed infermieri ripropone questa porcheria. Credo che sia cosa buona e giusta chiedere le sue dimissioni». In un momento simile, la sua tesi, aumentare gli amministrativi mentre gli ospedali sono al collasso pare, per così dire, poco prioritario. Il malcelato sospetto è che le tempistiche del concorso finiscano per coincidere con quelle delle elezioni regionali previste in autunno, quello cioè che per una curiosa coincidenza stava già accadendo nel recente passato. Alle tradizioni non si rinuncia?

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