Il commissario del Consorzio di Bonifica Giacomo Giovinazzo parla di presente e futuro. I problemi maggiori sulla dorsale Ionica: «Pochi invasi». Si spera nella pioggia e nella neve ma gli interventi finanziati dal Pnrr saranno decisivi per rendere efficiente la rete
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Giacomo Giovinazzo, commissario del neonato Consorzio unico di Bonifica calabrese
Sembra quasi un paradosso parlare di siccità mentre la Calabria è flagellata dal maltempo. Ma il problema non è l’oggi bensì il lungo periodo. I dati, infatti, dicono che la nostra regione è fra quelle del Paese che soffre di più la carenza d’acqua sia per l’uso potabile sia per quello irriguo.
Di quest’ultimo ne abbiamo discusso con Giacomo Giovinazzo, commissario del neonato Consorzio unico di Bonifica calabrese.
«Non abbiamo eccessivi problemi d’acqua per uso irriguo – ci dice – se non per tutta la dorsale ionica calabrese che va da Reggio Calabria fino a Cariati. Il motivo sta nel fatto che abbiamo zone come il Reggino dove non ci sono invasi, prendiamo l’acqua dai fiumi o dai pozzi. Le piogge di questi giorni stanno ricostruendo le falde. Fino a che punto lo faranno non lo sappiamo dipenderà dal meteo dei prossimi mesi che ovviamente non possiamo prevedere. Per fortuna proprio oggi ho parlato con agricoltori di quelle zone e sono tutti molto tranquilli perché la Sila è innevata e la neve è un grande serbatoio d’acqua che penetra nel terreno e ricostruisce le falde»
Posto che la danza della pioggia non funziona, cos’altro può fare il Consorzio?
«Ci stiamo impegnando per diffondere una cultura dell’acqua se mi passa il termine ovvero considerare l’acqua per quello che è ovvero un fattore della produzione, risparmiandola e usando solo quella che serve. Faccio un esempio nessuno utilizzerebbe concimi in eccesso perché magari sarebbe dannoso per la pianta e anti economico. La stessa cosa deve valere per l’acqua».
La Calabria però ha un grande problema che è quello della perdita delle reti…
«Questo è vero agiamo in maniera costante sulle perdite. Nella scorsa stagione irrigua abbiamo effettuato qualcosa come 100 interventi di piccola o grande manutenzione»
Ci sono anche gli aspetti deteriori del fenomeno…
«Si abbiamo anche episodi di allacci abusivi e furti d’acqua, ma su questo il Consorzio può fare poco»
Invece sulla riscossione dei ruoli, ovvero i tributi che gli agricoltori debbono pagare per usufruire dei servizi del Consorzio, a che punto siamo?
«Consideri che la macchina è nuova e non è facile mettere insieme undici vecchie banche dati. Per cui probabilmente qualche errore ci può anche stare, ma siamo pronti a correggerlo. Quello che voglio dire è che l’approccio è cambiato. In passato i vecchi consorzi per i ruoli si affidavano a società di riscossione e il contenzioso legale era abbastanza alto. Adesso i ruoli li emettiamo direttamente noi e siamo pronti a dialogare senza far ricorso ad avvocati e contenziosi».
Ma l’evasione dei ruoli, che sono la benzina per far funzionare il Consorzio, a che percentuali arriva?
«Guardi sull’acqua siamo arrivati al 65% dei tributi pagati. Consideri che in passato la media era del 35%. Per quanto riguarda invece il ruolo ordinario siamo ad una forbice che va dal 50 al 70%. Consideri che sempre in questa nuova ottica di collaborazione con gli agricoltori abbiamo anche azzerato la tassa di presidio».
Senta, i vecchi Consorzi erano riusciti a farsi approvare una serie di interventi attraverso il Pnrr dimostrando di avere una buona capacità progettuale. Di che interventi si tratta e a che punto siamo?
«Si i vecchi Consorzi si sono visti approvare progetti per un finanziamento complessivo di circa 250 milioni di euro. Stiamo procedendo con i lavori che riguardano essenzialmente la realizzazione di reti irrigue e soprattutto l’installazione di misuratori per l’acqua. Unica eccezione l’intervento finanziato al Consorzio dell’Alto Jonio cosentino i cui lavori la Regione ha avocato a sè, per una serie di problemi, prima della nascita del Consorzio unico».
Si tratta quindi di lavori che miglioreranno la capacità irrigua calabrese..
«Esattamente. Il Pnrr nazionale su questo versante ha proprio voluto prestare attenzione al consumo dell’acqua. Ritengo di particolare importanza l’installazione dei misuratori perché l’acqua verrà pagata a consumo e questo inciderà sulla cultura idrica rispetto ad avere una valvola aperta in cui si finisce per pagare di tutto»
Secondo lei il Consorzio sarà in grado di reggere la sfida?
«Diciamo che per me è una esperienza esaltante per cui ringrazio il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore regionale Gianluca Gallo per avermi dato questa opportunità. Vorrei dire subito che al contrario di qualche luogo comune all’interno dei Consorzi ho trovato un personale altamente qualificato e assolutamente all’altezza»
Di quante unità è composto il personale?
«Abbiamo 225 lavoratori a tempo indeterminato e 226 stagionali»
I conti reggono?
«Guardi abbiamo chiuso il bilancio 2025 con 40 milioni di euro. C’è qualche squilibrio nei conti ma con l’assessore Minnenna stiamo lavorando per approvare un piano industriale per mettere in equilibrio i conti. Vogliamo rendere il Consorzio definitivamente un ente al servizio degli agricoltori con un nuovo patto fra noi e gli operatori del comparto».