Con l’ormai prossima apertura dei cantieri per la nuova statale Sibari-Roseto, divampa la polemica nella nuova città che con i suoi 80mila abitanti ed un bacino d’utenza di oltre 120mila persone chiede la realizzazione di una bretella stradale
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«Stiamo parlando di un itinerario che ha già 150 km realizzati e mancano i 38 km tra Sibari e Roseto per essere completato». Sono queste le parole del presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, intervenuto lo scorso 9 maggio a Sibari alla cerimonia di consegna dei lavori di realizzazione del megalotto 3 (Sibari-Roseto) della Statale 106, che hanno fatto scattare l’allarme nella grande polis della Sibaritide, Corigliano-Rossano. Infatti, mentre inizia a prendere forma il più grande cantiere d’Italia, nella terza città della Calabria si alimentano dubbi e polemiche, non tanto sull’utilità scontata del raddoppio Sibari-Roseto, quanto sul programma di interventi previsti per collegare il territorio di Corigliano-Rossano e dell’alto crotonese al nuovo corridoio autostradale. E a preoccupare sono proprio quelle dichiarazioni di Armani che di fatto escludono definitivamente l’ammodernamento della 106, la famigerata strada della morte, nel tratto più pericoloso e densamente trafficato, quello che da Sibari scende fino a Crotone passando proprio per la terza Città della Calabria.
Il Coraggio di Cambiare l'Italia alza le barricate
«Una nuova grande strada di collegamento, moderna e sicura – ricorda Vincenzo Scarcello, coordinatore civico del CCI – è tra le aspettative cardine in cui confidano i cittadini che il 22 ottobre scorso hanno votato favorevolmente alla fusione dei due comuni.
«Non possiamo assolutamente rimanere tagliati fuori dal programma dei trasporti nazionali».
La «tanto propagandata» messa in sicurezza della Statale 106 nel tratto che da Sibari scende fino a Crotone si concretizzerà nella realizzazione di rotonde e nell’installazione di nuovi guardrail «che – ne è sicuro Scarcello - non faranno altro che rallentare e ingolfare il traffico veicolare». «Non è questo che vogliamo», aggiunge, in un momento in cui il comprensorio sibarita ha necessità di rilanciare le proprie aspettative turistiche, economiche e commerciali.
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L’affondo su Anas Regione e l’appello al commissario Bagnato
«È inaccettabile – aggiunge il coordinatore cittadino del movimento fondato da Giuseppe Graziano - che il massimo vertice di Anas, nella sua passerella sibarita di qualche settimana fa, abbia annunciato la chiusura del corridoio Adriatico-Tirreno con la realizzazione del raddoppio Sibari-Roseto senza che nessuno (e probabilmente l’accusa è mossa all’indirizzo della Regione Calabria tra i "cerimonieri" della nuova opera e presente a Sibari con l'intero gotha, ndr) abbia mosso alcuna obiezione, ponendo le ragioni di Corigliano-Rossano, del suo comprensorio e dell’area ionica crotonese. Oggi l’unico che può difendere nelle sedi istituzionali le aspirazioni e le istanze dei cittadini di quest’area sono i parlamentari calabresi e, su tutti, il commissario prefettizio Domenico Bagnato. Al quale facciamo appello – aggiunge ancora - affinché chieda subito un incontro ad Anas per perorare l’inserimento di una variante progettuale che preveda l’ammodernamento della bretella stradale tra Sibari e Rossano. E se l’Ente nazionale per le strade non dovesse dare risposte chiare ed esaustive, così come accadrà con Enel se la gente non avrà riscontri a ore sul futuro della centrale – conclude - non esiteremo un attimo a sollevare la protesta civile, consapevoli che tutte le forze politiche del territorio condividono a pieno questa posizione».