«La manutenzione, il potenziamento ma anche la valorizzazione del sistema ferroviario esistente è una necessità e una priorità per lo sviluppo del Paese. La cura del ferro deve significare: minore impatto sul territorio, meno inquinamento, meno traffico, maggior sicurezza».

 

Così la deputata PD Enza Bruno Bossio, intervenuta alla Camera, a sostegno della proposta di legge Iacono sulle ferrovie turistiche.

 

«Mentre in altri Paesi le gestione delle ferrovie turistiche e l’organizzazione di convogli ferroviari speciali a carattere storico sono da tempo regolamentate, apportando notevoli benefìci all’economia turistica, in Italia, nonostante gli sforzi delle Regioni, di amministrazioni locali, di associazioni ferroviarie amatoriali, dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e da vari enti, vi è un vuoto normativo che, ad oggi, impedisce la corretta fruizione dei tracciati ferroviari secondari che possono essere utilizzati come vere e proprie ferrovie turistiche al servizio del territorio. In ogni Paese europeo il traffico ferroviario è visto come un valore e la sua conservazione rientra tra le priorità nei programmi e nei finanziamenti pubblici. In Italia, invece, il trasporto resta un punto critico per le politiche ambientali, perché lo squilibrio a favore del trasporto privato su strada a scapito di ferrovie, metropolitane, e vie d’acqua resta molto elevato».

 

«La propensione all’uso del trasporto pubblico – continua la Bossio - ai tempi della crisi è cresciuta notevolmente con ben il 72% dei cittadini disposti a scendere dalla propria auto per usare autobus e treni. Ma in realtà invece di assecondare questa richiesta sono stati tagliati dal 2010 ad oggi oltre il 15% dei servizi di trasporto pubblico sia su gomma che su ferro negli spostamenti locali. La Legge di Stabilità ha stanziato, per il triennio 2016-2018, 91 milioni di euro per la progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, la progettazione e realizzazione di ciclostazioni e interventi per la sicurezza della ciclabilità cittadina, ai quali si aggiungono gli ulteriori 13 milioni per il 2017, 30 per il 2018 e 40 per ciascun anno dal 2019 al 2022. Quindi questa crisi potrebbe e dovrebbe anche diventare una grande opportunità di sviluppo del trasporto ferroviario, incluso quello ad uso turistico sulle ferrovie locali, perché proprio queste sono le linee in cui la scarsa velocità del treno non diventa una penalizzazione, ma una caratteristica che restituisce al viaggio la sua vera dimensione».

 

«In questo senso, il treno della Sila rappresenta una best practice: il valore dell’infrastruttura dal punto di vista paesaggistico e storico è cosi rilevante da aver indotto la Regione Calabria a programmare un piano di riqualificazione ai fini turistici che la trasformerà in asset centrale della mobilità sostenibile all’interno dell’area del Parco Nazionale della Sila. Il presidente della regione Calabria Mario Oliverio infatti ha fortemente voluto il rilancio del treno storico e con il supporto di Ferrovie della Calabria sono stati attivati i servizi turistici , riscontrando un successo che va oltre ogni previsione. L’idea è quella di una riqualificazione delle stazioni e dei caselli sia in forma di albergo diffuso che con la realizzazione di “porte” d’accesso ai vari percorsi all’interno del Parco che può essere attraversato solo con il treno storico della Sila trainato da una Locomotiva a Vapore con le bellissime carrozze d’epoca. Questa importante best practice calabrese, insieme alle esperienze delle Giornate delle ferrovie dimenticate e della Confederazione per la mobilità dolce (Co.Mo.Do.), associazione ferrovie della Calabria, dimostra che ci sono margini anche in Italia per rivalutare un patrimonio ingegneristico e storico di prim’ordine», conclude Bruno Bossio.