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Riceviamo e pubblichiamo.«Il governo di Manna lo si può definire “il governo dei pochi amici”, con una gestione della città che non coincide assolutamente con il nostro concetto di democrazia. Per noi governare significa mettersi al servizio della città e dei cittadini. Nel 2014, insieme ad altre forze politiche e Movimenti, abbiamo commesso un errore di valutazione, convergendo sulla persona dell’avv. Manna quale candidato a sindaco per superare la crisi politica, dovuta alla fase di commissariamento. Su questi presupposti abbiamo partecipato e contribuito, in modo determinante, alla sua elezione. Purtroppo, abbastanza presto, abbiamo dovuto constatare che Manna, se pur valido professionista, si è rivelato un pessimo politico ed amministratore. Infatti, si è scoperto essere un accentratore privo della capacità di fare squadra, senza la propensione a condividere le scelte ma solo proteso ad alimentare divisioni all’interno della coalizione che lo aveva eletto.
Nonostante ciò, con umiltà e forte senso di responsabilità, Ap ha tentato, con tutti i mezzi, di svolgere il suo ruolo, mantenendo fede al programma elettorale condiviso, nel rispetto dei consensi ricevuti dai rendesi. Per tal motivo la rottura con Manna è parsa inevitabile, quando, richiamato alla fedeltà con il patto stretto con i cittadini, ha cominciato a guardare oltre i confini della coalizione che lo aveva eletto, al solo fine di soddisfare aspettative politiche personali, isolando una forza che insisteva per affrontare le questioni più urgenti e spinose, pretendendo l’osservanza delle regole della partecipazione che portavano di fatto alla legalità e alla trasparenza amministrativa. Non è stata Ap ad allontanarsi dagli obiettivi programmatici, non è stata Ap a tradire il suo elettorato, ma è stato Manna che, nella continua ricerca di sponsor esterni, ha perso di vista Rende ed i rendesi. Manna ha usato Rende, ha carpito la buona fede di tanti, anche la nostra, ed ha finito col circondarsi di un giunta "familiare", trasversale e raccogliticcia, composta da transfughi, voltagabbana e da silenti amici, che pensano soltanto ad avere poltrone per incrementare le proprie aspettative personali, ingabbiando il primo cittadino con ricatti politici continui.
Da qui inizia il declino di Manna sindaco, dove la maggioranza comincia a perdere i pezzi, con un Laboratorio Civico che va in frantumi, con fuoriuscite di consiglieri e dirigenti dello stesso Movimento. Ap è oggi nelle fila della minoranza perché con i gruppi di opposizione, nel rispetto delle proprie identità politiche, stiamo cercando di portare alla luce i problemi legati all’incapacità di un sindaco e di una giunta totalmente privi di una visione progettuale e politica - amministrativa per governare Rende. La città, infatti, è ormai precipitata in un baratro di visibile declino, diventando quasi una periferia di Montalto Uffugo, perchè la gestione Manna ha portato alla crisi del commercio, alla fuga dei giovani e degli studenti, all’emergenza idrica, a quella ambientale, al problema rifiuti, all’aumento dei tributi, e alla mancanza di opere pubbliche e di manutenzione e ad una inesistenze politica sociale.
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È vero che Alternativa Popolare ha fatto l’errore di valutazione, scegliendo Manna sindaco ma abbiamo preferito rinunciare a due assessorati ad un presidente del Consiglio comunale per essere coerenti e non tradire il voto popolare dei rendesi. Oggi bisogna guardare al futuro e non al passato, condividendo scelte politiche importanti, per restituire la città al popolo dopo i disastri causati. I mercanti verranno cacciati dal tempio alle prossime elezioni e Rende tornerà a risplendere come e meglio di prima».
*Coordinamento Cittadino Alternativa Popolare Rende