Il coordinatore regionale di Forza Italia ha lasciato Palazzo Madama per uno scranno a Montecitorio. Sulla squadra di governo anticipa: «Sarà di alto profilo, con politici ma senza escludere i tecnici». Il reddito di cittadinanza? «Lo miglioreremo» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ha lasciato Palazzo Madama per uno scranno a Montecitorio. Il 25 settembre scorso, Giuseppe Mangialavori è stato eletto deputato della Repubblica nel collegio plurinominale Calabria nel quale era candidato capolista per Forza Italia. È al suo secondo mandato parlamentare.Coordinatore regionale azzurro, nonché commissario provinciale di Vibo Valentia, è da sempre uno degli uomini più vicini al fondatore del partito di Forza Italia, il presidente Silvio Berlusconi. Tessitore di una politica silenziosa e non urlata, ma da attuare con decisione e fermezza quando occorre, il leader calabrese di Forza Italia in questa intervista taglia decisamente corto su quanto accaduto in Senato con l’elezione di Ignazio La Russa (FdI) a presidente di Palazzo Madama senza però i voti dei senatori azzurri, in aperta polemica con Giorgia Meloni che non ha gradito le “pretese” di Berlusconi in vista del varo del nuovo Governo. Mangialavori si sofferma poisulla formazione del futuro esecutivo e non esita a definire il risultato elettorale raggiunto dal suo partito in Calabria come «qualcosa di straordinario». Quindi spiega da dove ripartirà il suo lavoro di parlamentare.
Non si può non partire da quanto accaduto in Senato pochi giorni fa. Quale il suo commento?
«Normali fibrillazioni in vista della formazione del nuovo Governo».
Andiamo allora al futuro governo. Che esecutivo sarà quello cheoramai guiderà Giorgia Meloni?
«Sarà un Governo di alto profilo, con politici competenti nei ministeri chiave. Ma senza escludere i tecnici. La drammatica situazione nazionale e internazionale impone la scelta dei profili migliori, al di là delle appartenenze politiche o partitiche. Sono sicuro che il prossimo Governo, con il contributo decisivo di Forza Italia e dei suoi ministri, affronterà in modo deciso tutte le emergenze, a partire da quella energetica, che minaccia il futuro di famiglie e imprese».
Nel futuro esecutivo potrà trovare spazio anche la Calabria?
«Sono sicuro di sì. Anche se non dovessero verificarsi le condizioni per avere un ministro, di certo il centrodestra unito saprà garantire la giusta rappresentanza a una regione che, dal punto di vista elettorale, si è dimostrata ancora una volta una roccaforte della coalizione».
E facciamo proprio un piccolo passo indietro e andiamo al voto del 25 settembre, Forza Italia ha raggiunto l’8% dei consensi. Soddisfatto?
«È un risultato migliore rispetto a quanto pronosticato dai sondaggi pre-elezioni e che ci ha permesso di affiancare la Lega. Forza Italia è ancora il perno moderato del centrodestra e il presidente Berlusconi è il garante della coalizione agli occhi dell’Europa e degli alleati atlantici. Nel prossimo Governo sapremo difendere i valori e i programmi che da sempre caratterizzano il partito azzurro».
E dei risultati raggiunti in Calabria cosa ne pensa?
«Penso che abbiamo fatto qualcosa di straordinario. In Calabria Forza Italia ha raddoppiato il dato nazionale. Questa regione, dopo il trionfo delle Regionali 2021, si conferma come la più azzurra d’Italia. Per me, da coordinatore regionale, è un motivo di grande orgoglio. Non mi accontento, però: Forza Italia in Calabria crescerà ancora e darà il suo contributo decisivo al prossimo Governo di Giorgia Meloni, continuando al tempo stesso a essere il primo motore politico della giunta regionale di Roberto Occhiuto, che sta facendo un lavoro eccezionale».
Come commenta però il fatto che il Movimento 5 Stelle sia il primo partito nel Sud Italia?
«La difesa del Reddito di cittadinanza è stata decisiva. Molti hanno creduto agli allarmi pretestuosi lanciati da Conte circa la volontà del centrodestra di cancellare il sussidio. È totalmente falso. Noi vogliamo migliorare il Reddito, evitando le gravi distorsioni emerse in questi anni. È poi necessario dare una scossa ai centri per l’impiego, che oggi non funzionano, e agire per l’aumento dei salari. Io sono convinto che la gente preferisca un lavoro stabile e ben retribuito, piuttosto che stare a casa e percepire un sussidio per tutta la vita».
Lei è al suo secondo mandato parlamentare, era senatore e adesso sarà deputato. Da dove ripartirà?
«Continuerò il lavoro portato avanti nella scorsa legislatura, cercando sempre di fare gli interessi della Calabria, con un occhio sempre attento alla mia provincia e alla mia città, Vibo. In Senato ho presentato cinque disegni di legge come primo firmatario, 41 come co-firmatario, 70 emendamenti, decine e decine di interrogazioni. Lavorando sodo sono riuscito a ottenere due milioni per il rifacimento di piazza Municipio a Vibo e per il centro sportivo di Vibo Marina, altri 2,5 per il lungomare di Nicotera, cinque per il centro storico di Tropea. Senza dimenticare la creazione del Consorzio Costa degli dei, che riceverà un finanziamento annuo di 150mila euro dalla Regione Calabria».
Ci dica quale sarà la sua principale battaglia nei prossimi cinque anni di mandato.
«La sanità calabrese è la madre di tutte le battaglie. Occhiuto, nelle sue vesti di commissario, sta facendo il possibile per scrivere una nuova storia dopo due decenni di sperperi, scandali e mala gestione. Da deputato gli darò il mio sostegno e il mio aiuto. L’altra questione cruciale riguarda le infrastrutture: senza nuovi investimenti e senza il potenziamento delle realtà esistenti la Calabria non potrà mai risollevarsi».
Soffermiamoci sul Vibonese: dalla sanità all’emergenza lavoro sono tanti i problemi. Che fare?
«Bisogna innanzitutto puntare sulle competenze e abbandonare la logica clientelare, che premia i portatori di interesse. Il centrodestra punterà sul merito, sempre. Avere i profili migliori nei posti chiave della città e della provincia porterà a risultati concreti. Il caso Vibo, con il sindaco Maria Limardo, dimostra che ho ragione».
I giovani fuggono… e le classifiche riservano a questo territorio sempre ultimi posti.
«È una tendenza storica che non può cambiare nell’arco di una legislatura. Ma la base per un cambiamento effettivo è solo una: il lavoro. Ecco perché dovremo essere bravi a rendere la Calabria sempre più attrattiva per gli investimenti delle imprese, nazionali e non solo. Il probabile arrivo di Amazon e di Philip Morris sarebbe un toccasana per tutta la regione».
Chiudiamo: sono sempre meno i cittadini che vanno a votare. Perché, secondo lei?
«Perché finora la politica non ha saputo cogliere le richieste di aiuto che arrivano dalla società. La gente è disillusa, crede che tutti i partiti siano uguali e che nessuno di essi sia in grado di realizzare i propri programmi e di cambiare un Paese che ha urgente bisogno di riforme strutturali. Senza risposte istituzionali immediate, l’astensionismo è destinato a crescere e la democrazia a indebolirsi. Non possiamo permettercelo».
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