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A denunciare tale situazione è il presidente di Ance Calabria, Francesco Berna: "Il costo complessivo residuo per completare la Salerno-Reggio Calabria è sceso nel giro di pochi mesi da tre miliardi di euro a 1,7; e gli interventi prioritari per la Statale Jonica da 6,3 a 1,5 miliardi di euro. Tutto questo scaturisce da una decisione che giudichiamo inaccettabile e irresponsabile: il ministero dei Trasporti e i vertici dell'Anas hanno sostituito i progetti che prevedevano le nuove tratte dell'A3 e della Statale 106 con nuovi elaborati che si limitano all'ammodernamento dei tracciati esistenti. In buona sostanza – spiega Berna – il ragionamento è stato: inutile sprecare soldi con i calabresi, perché non meritano grandi opere; si accontentino delle stesse strade di quarant'anni fa".
Per Berna, “sarebbe importante capire due cose: innanzitutto se i vertici della Regione Calabria siano stati informati o meno di questo pesante taglio negli investimenti in infrastrutture, mentre non ci sorprenderebbe scoprire che ancora una volta la deputazione calabrese abbia appreso di questo ennesimo scippo dai nostri articoli. E in secondo luogo vogliamo capire a cosa saranno destinati quei flussi finanziari, che temiamo vengano convogliati nelle regioni del Nord”.
“Alla luce di questi atti, che sono gravi, concreti e decisi in silenzio, - continua il presidente di Ance Calabria - è evidente che non c'è nessuna benevolenza verso il Sud e la Calabria, da parte del governo Renzi e del ministero retto da Delrio. Anzi, l'unica forma di attenzione è quella finalizzata a rastrellare risorse da dirottare altrove. Da un lato si evoca la suggestione del Ponte sullo Stretto, progetto definitivamente definanziato, e si sponsorizza un masterplan ricco di aria fritta. Dall'altro, si tagliano sei miliardi di euro, l'equivalente dell'intero Por Calabria».
Ma le notizie negative non si esauriscono qui. «In gran parte del Paese gli appalti pubblici sono ripartiti. Secondo i dati forniti dall'osservatorio Cresme-Sole 24 Ore, nel 2015 sono andate in gara opere per oltre 26 miliardi di euro, di cui sei miliardi nel solo mese di dicembre. In regioni come il Trentino Alto Adige si è registrato un incremento delle gare, su base annua, pari al 354%, mentre in Umbria l'aumento è stato del 200%. La Calabria? La peggiore in assoluto, con un crollo di oltre 55 punti percentuali. Una maglia nera ottenuta con un gap di oltre il 20% rispetto alla penultima in classifica, che è la Campania. Insomma, il 2015 è stato un anno di gran lunga peggiore del precedente con una totale paralisi delle stazioni appaltanti e delle committenze pubbliche. Chiediamo una risoluta presa di posizione al governatore Oliverio e ai parlamentari calabresi e ci appelliamo alle istituzioni, ai sindaci e alle associazioni perché si mobilitino e intervengano. La nostra regione – conclude Francesco Berna – è al punto di non ritorno ma nei Palazzi in pochi sembrano essersene accorti».
Armani smentisce Berna -Arriva puntuale la replica del presidente di Anas Gianni Vittorio Armani: "Il Governo e il Parlamento con la Legge di Stabilità e il piano pluriennale 2015-2019 hanno notevolmente aumentato le risorse reali a disposizione di Anas per la Calabria, non le hanno diminuite".
"C'è una differenza sostanziale rispetto al passato, – spiega – con la legge di Stabilità si è detto basta alla logica delle opere faraoniche e delle promesse senza finanziamenti. Ora Anas ha risorse certe, non solo per il primo anno ma per tutti gli anni di piano, sia per completare la Salerno-Reggio Calabria sia per riqualificare l'intero corridoio jonico e possiamo programmare gli interventi in modo razionale e coordinato, in accordo con la Regione Calabria e con il territorio".