L'ex presidente del Consiglio regionale e dirigente di Noi con l'Italia in Calabria: «L'annullamento dei simboli di partito di Lega e Fi, lo strano sdoppiamento di Fdi e la presentazione di più candidati a sindaco rappresentano la fine di una storia»
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«Il centrodestra unito a Catanzaro non esiste più e questo è un pessimo segnale che si manda a livello nazionale a pochi mesi dal voto politico. L'annullamento dei simboli di partito di Lega e Forza Italia, preteso dal professore Valerio Donato, lo strano sdoppiamento di Fratelli d'Italia e la presentazione di più candidati a sindaco rappresentano la fine di una storia». Ad affermarlo è l'ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, dirigente di Noi con l'Italia in Calabria.
«Registro tutto questo con grande rammarico - prosegue Tallini - essendomi speso fino all'ultimo al tavolo del centrodestra per trovare una soluzione unitaria che era a portata di mano. Evidentemente, molti partecipanti a quelle riunioni avevano già in testa altri accordi ed hanno bruciato, uno dopo l'altro, tutti i potenziali candidati. Ora cosa diranno i vari Mangialavori, Saccomanno, Berlusconi e Salvini? Che a Catanzaro, uno dei Capoluoghi di Regione dove si voterà il 12 giugno, non esistono più i simboli di partito e che invece ci sono La Spiga, la Tromba, il Campanile, le liste civiche più adatte ad un Comune di montagna che non ad un Capoluogo di Regione».
«Fortunatamente ci saranno in campo almeno due simboli riconoscibili del centrodestra: Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia. Questi simboli si misureranno sul campo. Nel mentre devo dare atto a Giorgia Meloni di una sua grande coerenza, al contrario dei suoi dirigenti calabresi e catanzaresi, non posso non sottolineare l'ambiguità della posizione di una parte di Fratelli D'Italia che si è 'sdoppiata', restando nel suo partito evidentemente per ragioni di convenienza, ma mandando i suoi grandi elettori ad ingrossare le fila delle liste di Donato».
«Un capolavoro di ambiguità e trasformismo a cui nessuno era mai arrivato - continua l'ex presidente del Consiglio regionale -. Ufficialmente la parte in questione si uniforma alle decisioni del suo partito, ma nei fatti i consiglieri comunali uscenti sono stati 'lasciati liberi' di compiere scelte civiche. Ci chiediamo: come farà questa parte 'dal doppio volto' ad assicurare i consensi alla lista del suo partito se tutti i portatori di consenso li ha dirottati su Donato? E non è vero che questo è un problema che riguarda solo il partito. Purtroppo è il segnale inquietante di un centrodestra che si è autodistrutto, che ha perso autorevolezza e credibilità, che si svende per postazioni di potere».
«Il centrodestra - conclude Tallini - poteva e doveva avere un suo candidato unitario, individuandolo tra le tante personalità di cui è ricco, invece di puntare sull'ambiguità e di un civismo senza anima. Sulla coscienza dei dirigenti regionali e locali di Lega e Forza Italia resterà per sempre la macchia dell'autodistruzione programmata del centrodestra».