Democrazia sospesa

Amministrative in Calabria, niente voto in tre Comuni per mancanza di candidati

VIDEO | Sabato a mezzogiorno nessuna lista era stata presentata a Melissa, San Luca e San Lorenzo. Tre casi, distinti e distanti tra loro, che riaprono il dibattito sulle cause del reiterarsi di simili situazioni

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di Claudio Labate
13 maggio 2024
15:49

Sono tre i comuni calabresi che alle prossime amministrative dell’8 e 9 giugno non andranno al voto per mancanza di candidati. Si tratta del comune di Melissa in provincia di Crotone e di due comuni del Reggino, San Lorenzo e San Luca, non nuovi alla presenza di un commissario.

In particolare a San Luca, il commissario torna dopo cinque anni di amministrazione guidata dall’infermiere in pensione Bruno Bartolo che sfidandosi con il massmediologo Klaus Davi fece tornare la democrazia in un Comune abituato ai commissariamenti. Che il sindaco uscente non avrebbe concesso il bis della ricandidatura era ormai un dato certo negli ultimi giorni, ma a mezzogiorno di sabato nessuno si è presentato all’ufficio elettorale, e così San Luca salta il turno e per l’ennesima volta sceglie di non scegliere, abbandonandosi nelle mani dello Stato che, passati i tempi tecnici, nominerà un commissario prefettizio che, per almeno un anno, guiderà il Comune.


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Stesso destino per San Lorenzo dove a guidare il Comune c’è già un commissario prefettizio, insediatosi a settembre scorso, quando oltre la metà dei consiglieri comunali aveva scelto di mettere la parola fine all’esperienza amministrativa del sindaco Giuseppe Floccari, presentando contestuali dimissioni.

A Melissa invece ha prevalso la paura, l’uscente Raffaele Falbo e lo sfidante Edoardo Rosati avevano pronti gli elenchi ma hanno preferito non consegnarli a causa della situazione di incertezza che pesa sul futuro del Comune per via del possibile scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’attività della commissione di accesso si è infatti conclusa alla vigilia della presentazione delle liste e serviranno almeno tre mesi per conoscere l’esito del procedimento che se indirizzato allo scioglimento avrebbe comunque fermato gli eletti.

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Insomma i tre casi, distinti e distanti tra lororiaprono il dibattito sulle cause del reiterarsi di simili situazioni. Cause che vanno ricercate nella disaffezione politica crescente; o magari nella percezione della poca rappresentatività degli eletti in Regione o al Parlamento, o ancora nello spopolamento continuo dei piccoli centri che rende maledettamente difficile reperire candidati e non solo sindaci. Il tutto sullo sfondo di commissariamenti che consegnano ai cittadini paesi e città senz’anima.

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