Enzo Paolini tira un sospiro di sollievo. La decisione del Consiglio di Stato, ribaltando la pronuncia del primo grado del Tar calabrese, ha riammesso la lista Cosenza Popolare dei fratelli Gentile. Il Nuovo centrodestra, insomma, sarà libero di correre insieme all’avvocato del Pse nel laboratorio variopinto in cui si sono trasformate le elezioni cosentine. Talmente euforico Paolini che, appresa la decisione dei giudici, ha immediatamente convocato una conferenza stampa insieme a Katya Gentile, figlia di Pino, per suonare la carica in vista del rush finale della campagna elettorale.
Carlo Guccione e Mario Occhiuto hanno osservato da spettatori al balletto innescato dalla Commissione elettorale che, in un primo momento, aveva escluso la lista degli alfaniani, trovando conferma nella pronuncia di primo grado del Tar. Esclusione determinata dalla mancata presenza nei moduli per l’accettazione delle candidature delle precise diciture previste dalla legge Severino in materia di incandidabilità. Vizi formali superabili da un generico richiamo alla norma, secondo i giudici del Consiglio di Stato.
Sia Guccione che Occhiuto hanno evitato di prendere posizione sulla vicenda, mantenendo una certa prudenza. Anche perché non è ben chiaro chi potrebbe essere avvantaggiato dalla riammissione dei fratelli Gentile nella competizione elettorale (e quindi sarebbe stato svantaggiato con Ncd fuori dai giochi).
Sicuramente Paolini sarò più forte. Avrà l’appoggio formale degli alleati che lo avevano scelto prima dell’avvio della campagna elettorale, anche in contrasto con le decisioni assunte dal Pd. In termini di consenso, però, lo avrebbe potuto avere anche in caso di loro esclusione. I voti dei gentiliani, almeno in buona parte, si sarebbero potuti contare anche su una lista che sostiene l’avvocato, così come iniziava a ipotizzarsi a Cosenza. Il timore era che qualcosa potesse andare disperso con i Gentile liberi di fornire appoggi, magari sottobanco, a Guccione.
Un timore che in realtà si era diffuso anche nel quartier generale di Mario Occhiuto, anche se il centrodestra aveva comunque visto nella dispersione del voto e nella rottura Ncd-Pd un ulteriore elemento di vantaggio per provare a chiudere la partita al primo turno. Con Ncd fuori e Paolini e Guccione a guardarsi in cagnesco, il centrodestra avrebbe potuto provare a prendere il largo.