A cento giorni dalle seconde elezioni amministrative della storia di Corigliano Rossano, il partito di Azione squarcia la coltre di silenzio in cui sembrava essere piombata la città. E lo fa candidando ufficialmente a sindaco il giovanissimo Mattia Salimbeni, attuale consigliere comunale del partito di Calenda, tra i maggiori “oppositori” di Flavio Stasi dopo aver rotto con lui.

Azione, quindi, mette le mani avanti, anticipa tutti e certifica inoltre, che il centrodestra canonico imboccherà vie diverse da quelle che avrebbero potuto condurre ad un secondo, grande, polo omnicomprensivo di tutti i “nemici” di Flavio Stasi, dalla destra sovranista al Pd, paventata nei giorni scorsi. Un’insalatona di difficile comprensione per l’elettorato, comunque andata a male sul nascere.

Salimbeni candidato sindaco del terzo polo, quindi Azione ed i movimenti civici “Il Coraggio di Cambiare” e “Corigliano Rossano domani” da cui il primo ufficiale neo avversario di Stasi deriva prima del suo approdo tra le fila di Calenda, è la diretta conseguenza del lavorìo imbastito da Giuseppe Graziano che rispetto alla linea di condotta regionale, in cui è parte integrante del centrodestra che sostiene Roberto Occhiuto, a Corigliano Rossano da quel centrodestra ne ha preso fermamente le distanze.
Il consigliere regionale e commissario cittadino di Azione lunedì scorso, durante una riunione convocata con l'obiettivo di imbastire quell’ipotesi di polo allargato, aveva provato a spaccare il centrodestra canonico, nel tentativo di tenere dentro Forza Italia e scaricare Fratelli d’Italia. L’ipotesi è poi tramontata, nonostante un primo placet forzista al "progetto Graziano", perché la deflagrazione del centrodestra nella terza città della Calabria avrebbe creato un precedente-unicum in tutta Italia.

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Chi è Mattia Salimbeni

Il 26enne candidato sindaco di Corigliano Rossano può essere annoverato come enfant prodige della politica locale. Nato a Corigliano, laurea in giurisprudenza, praticante avvocato, dialettica facile, modi garbati, volto pulito, fanno di lui uno dei candidati – per certi versi – ideali e tra quelli che potrebbero piacere. È però fortemente contrario alla fusione, il che non depone benissimo nell’ottica della gestione della cosa pubblica in una fase ancora primordiale della “neonata” città (il 31 marzo compirà sei anni).

Salimbeni è stato coordinatore cittadino di Forza Italia giovani, fino alla sua elezione in consiglio comunale a sostegno di Flavio Stasi, contro cui si è poi scontrato, passando all’opposizione. Ed in assise ha occupato uno scranno anche e soprattutto grazie ai voti di Forza Italia che paradossalmente si è sempre dichiarata avversaria dell’attuale sindaco.
Ad inizio 2023 Mattia Salimbeni ed altri del movimento Corigliano Rossano domani hanno imboccato la via tracciata da Calenda ed oggi si ritrova candidato a sindaco della coalizione “Graziano”.

«I primi cinque anni di "Città nuova" sono stati un disastro»

Il partito di Azione ha reso pubblica la candidatura di Mattia Salimbeni con una nota, in cui in prima battuta azzerano e bocciano l’operato di Stasi. «I primi cinque anni di "Città nuova" sono stati un disastro. Un quinquennio baciato dal populismo, con una classe dirigente refrattaria ad ogni forma di confronto, nonché povera di una visione in grado di dare un corpo e un’anima alla città unica ma anche, semplicemente, in grado di farla funzionare. L’improvvisazione e il fiero “vivere alla giornata” di questi anni hanno impoverito il dibattito pubblico e reso la città più debole».

Secondo i calendiani locali «gli effetti, catastrofici, vengono deliberatamente “annacquati” da un battage propagandistico che esalta l'ordinaria amministrazione; dagli eventi di piazza e da un sindaco che ha ormai definitivamente rinnegato sé stesso e la sua storia, nonché tutti gli impegni presi verso la Città. Non c'è chiarezza sulla spesa dei fondi. Non è attivo alcun processo di qualificazione che possa rendere questa città davvero autorevole – insistono da Azione – e competitiva nel quadro complessivo della Calabria. Anzi, sui grandi temi e sulle grandi vertenze, in questi cinque anni, ci si è nascosti o, ancora peggio, si è perso tempo, anestetizzando la democrazia».

Azione, spiegano poi, «ha individuato nel consigliere comunale Mattia Salimbeni la proposta di una candidatura a sindaco. Un nome condiviso all'unanimità anche dai movimenti civici Corigliano-Rossano Domani e Il Coraggio di Cambiare l'Italia, nonché da altri pezzi della rappresentanza politica cittadina».
«Mattia Salimbeni – concludono – risponde a quell'identikit di vero cambiamento e di rigenerazione liberale, riformista, progressista, democratica e costituente che la Città ora rivendica con forza: una persona capace, autorevole, giovane e dalle ampie vedute che in questi cinque anni si è distinta per la sua costante, garbata, costruttiva ed efficace attività di opposizione, dentro e fuori dal consiglio comunale. Lo stesso che ha avuto il coraggio di dire ‘no’ a Stasi, abbandonando la sua maggioranza e scegliendo di stare dalla parte della città».

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L’ipotesi di lavoro del centrodestra

La candidatura di Salimbeni – giocoforza – innescherà reazioni nel centrodestra che tra riunioni previste in questo weekend ed il congresso nazionale di Forza Italia, avrà il suo bel da fare. Ad oggi la coalizione registra anche l’ingresso semiufficiale di Italia Viva del coordinatore cittadino Nicola Candiano.

Plausibile che a questo punto anche il centrodestra svelerà le sue carte prestissimo. Quali? V’è da individuare il candidato sindaco e dando per assodato che Lega e centristi non produrranno proposte, restano sul tavolo le carte di Fdi, Fi e la new entry Iv. I primi metteranno sul piatto l’ex deputato Giovanni Dima, l’ex sindaco di Rossano Orazio Longo, il coordinatore cittadino Gioacchino Campolo, senza dimenticare il senatore Ernesto Rapani; gli azzurri quella del coordinatore cittadino forzista, Giuseppe Turano mentre Italia Viva presumibilmente proporrà un altro ex primo cittadino, Stefano Mascaro. La sensazione è che i prossimi giorni saranno decisivi anche su questo fronte.