La proposta, al vaglio del vice premier Luigi Di Mario, è stata avanzata dai meetup di Belvedere, Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Fiumefreddo Bruzio, Paola, Cetraro, Marcellina, Santa Maria del Cedro, Verbicaro
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«Vorremmo poterci dare una strutturazione che metta nella condizione parlamentari, consiglieri comunali, attivisti di poter lavorare in sinergia e di poter condividere strategie di lavoro ed obiettivi che diano risposte concrete al nostro territorio». E' l'incipit di una nota congiunta del "Meetup Amici di Beppe Grillo – Belvedere in MoVimento" e gli attivisti dei meetup di gran parte dei comuni dell’alto Tirreno cosentino, che, con tale richiesta, hanno assunto per primi in Italia un’iniziativa che potrebbe anticipare la riorganizzazione sui territori tanto annunciata da Luigi Di Maio in questi ultimi mesi. La proposta, spedita al vice premier, è stata firmata dagli attivisti dei Meetup di Belvedere, Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Fiumefreddo Bruzio, Paola, Cetraro, Marcellina, Santa Maria del Cedro, Verbicaro.
Un flop inquietante
A preoccupare i sostenitori pentastellati è stato il flop alle ultime elezioni comunali. «Abbiamo come l’impressione – scrivono nel documento – che tutto il lavoro fatto nei nostri territori rischi di finire in malora. Se il dato delle europee è stato molto confortante, quello delle comunali ha svelato la debolezza del nostro MoVimento. È un dato di fatto che fa male, specie dopo il grande successo delle politiche dello scorso anno. È un dato che mortifica il lavoro che tutti noi, da anni, stiamo facendo al servizio delle nostre comunità».
La necessità di un coordinamento
Il pensiero corre alla prossima tornata elettorale: «Consideriamo il flop un segnale d’allarme inquietante anche per le prossime elezioni regionali. Ancora oggi non si ha notizia di liste, di candidati, di programmi, di strategie» e si ha come l'impressione che «i nostri parlamentari non abbiano una strategia comune, così come noi dei Meetup, che viaggiamo ognuno per conto proprio».
Misiti coordinatore territoriale
Per questo è stato necessario individuare un coordinatore territoriale. «La scelta è, per noi, obbligata - scrivono ancora gli attivisti -. Intanto perché siamo dell’idea che un coordinatore debba avere contatto con i vertici del MoVimento e che possa sedere sugli scranni che “contano” per portare le nostre battaglie fuori dai confini regionali; poi perché Misiti ha dimostrato in questo primo anno di attività parlamentare di non aver dimenticato il territorio che lo ha eletto, continuando ad essere costantemente presente; infine perché, lasciatecelo dire, la sua statura morale è ampiamente riconosciuta».