A Pubblica Piazza il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale del capoluogo bruzio Raffaele Mauro e il consigliere regionale Carlo Guccione: «Distratti fondi destinati alla cura delle persone. Cotticelli invii subito una task force»
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Denunce, esposti alla Procura, interrogazioni, zero riscontri e un contenzioso milionario. Al centro l’Asp di Cosenza. Questo il tema della puntata odierna di Pubblica Piazza, la trasmissione condotta da Pasquale Motta in onda su LaC Tv. Ospiti il consigliere regionale Carlo Guccione, che anche nei giorni ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione sulla questione, e il direttore generale dell’Asp di Cosenza. «Questa vicenda – ha spiegato Carlo Guccione - è stata oggetto di denunce ed esposti circostanziati. Nella seduta del 19 settembre 2018 della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, l’ex Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, Massimo Scura, ha informato che nel novembre 2016 la struttura commissariale ha presentato un esposto alla Procura. Nel corso dell’audizione il commissario ha riferito che, nonostante i solleciti, nulla al momento era emerso dalle indagini». Una situazione assurda per il consigliere regionale che si dice convinto anche del fatto che «per avere un bilancio reale sono necessarie una serie di operazioni di trasparenza iniziando proprio dal contenzioso».
Le stesse fatture pagate più volte
Lo stesso – a suo dire – andrebbe pericolosamente a gravare sulla diminuzione del debito rischiando dunque di minare la possibilità di uscire dal piano di rientro. «Non è giusto – ha continuato Guccione - che in questa regione vengano distratti fondi destinati alla cura delle persone. Come si fa a garantire servizi e prestazioni sanitarie quando le risorse vengono dirottate per pagare due, tre o chissà quante volte le stesse fatture?».
Le denunce del dg Mauro
A presentare esposti alla Procura (rimasti anche questi inascoltati) era stato pure lo stesso dg dell’Asp, Raffaele Mauro. «L’azienda ospedaliera di Cosenza esce fuori dall’accorpamento di quattro aziende sanitarie. Ovviamente – ha dichiarato il direttore generale – si sono sommate le masse debitorie di tutte e quattro le realtà in quel momento. Il 2009 poi è stato l’anno del commissariamento e del blocco del turn over. Gli uffici amministrativi si sono assottigliati e non si è proceduto ad una riorganizzazione degli assetti dell’organico nonostante Cosenza sia la più grande azienda sanitaria della Calabria. Così si è consumata una grossa contraddizione, le spese non sono state controllate. Abbiamo cercato con l’area finanziaria di creare sinergia e insieme al management aziendale abbiamo chiesto un incontro al tribunale di Cosenza presentando anche noi delle denunce. Ora per uscirne stiamo cercando di recupere pagando tutto e subito per non creare nuovo contenzioso».
L'appello a Cotticelli
Carlo Guccione rivolge invece il suo appello direttamente al nuovo commissario della sanità Saverio Cotticelli affinché proceda «all’invio immediato di una task force per cristallizzare il contenzioso e agire dove ci sono reati individuando eventuali responsabili».
E sull’istituto del commissariamento. «È il momento che commissario e presidente della Regione si impegnino insieme per far uscire la Calabria dal piano di rientro. La politica deve assumersi la propria responsabilità anche se una parte vuole la sanità resti commissariata perché per qualcuno è un business. Ci sono 69mila calabresi che vanno ogni anno fuori a curarsi anche per le più banali prestazioni. Questo vuol dire che sono i calabresi che tengono aperti ospedali del Nord che altrimenti dovrebbero chiudere. E la classe politica della Calabria non vuole da una parte e non è in grado dall’altra di sovvertire questo fenomeno».