Già 12 le firme raccolte, che comunque per domani dovranno crescere di un terzo per avere un effetto concreto, per il secondo tentativo di “affondamento” di Marco Polimeni su cui grava la minaccia di una mozione di sfiducia, come noto finora ben saldo alla presidenza del consiglio comunale del capoluogo. Che domani si annuncia quindi molto concitato (eufemismo!). Strano, considerato come la tanto sbandierata unità del centrodestra (che a livello nazionale e regionale, al di là di ogni distinguo e differenza esistente, c’è ed è tangibile) nel “Granducato autonomo” di Catanzaro sembri soltanto una chimera. Questo perché, se il tentativo di mandare a casa l’intraprendente Polimeni avesse ad esempio successo, avrebbe l’effetto di una bomba. Atomica.

Il dopo Abramo

Sarebbe infatti un piano in barba a ogni ipotesi di unità dello schieramento e rappresenterebbe per lui un grossissimo ostacolo in vista della tanto sospirata investitura per essere l’uomo del “Dopoabramo”. Una svolta epocale per chiunque salirà in sella, più che un normale passaggio di consegne, essendo l’attuale sindaco in pista dal ’96 (con la successiva elezione del ’97) tranne un pausa di circa sei-sette anni dal 2005 al 2012. Due, tuttavia, le considerazioni (ma forse sarebbe meglio dire notizie) che fanno da sfondo a questo piano anti-Polimeni. La prima: la stessa iniziativa fu promossa undici mesi fa esatti. A fine luglio 2020, quando però dopo essere andata a vuoto fece esclamare agli amici del giovane ma molto scafato Marco e anche a buona parte della stampa locale che l’attacco portato con "proiettili a salve" aveva finito quasi con il rafforzare la stessa vittima designata dai suoi rivali a Palazzo De Nobili ovvero lo scopo contrario alle finalità di quanti volevano mettere fuorigioco Polimeni. Che aveva pertanto ricevuto un gradito e prezioso cadeau.

Polimeni e il secondo tentativo di sfiducia

Staremo a vedere adesso. Dal momento che, c’è chi fa sapere, ma allo stato somiglia più a una boutade tipica della fantapolitica (benché…), che l’impossibile è diventato possibile. Ci spieghiamo meglio, illustrando quindi la seconda indiscrezione: il progetto di silurare il presidente partirebbe da Forza Italia, ma come ovvio con l’appoggio dell’intera minoranza che però è sparuta. Solo che annovera al suo interno pure Sergio Costanzo, futuro candidato al consiglio regionale nelle fila dell’Udc e dunque di ritorno alla “casa madre” del centrodestra.

Decisione quest’ultima che, udite-udite l’entità del boatos, lo avrebbe spinto fino al punto quantomeno di tornare a confrontarsi con l’ex mentore - però poi divenuto nemico giurato - Mimmo Tallini, coordinatore provinciale di Fi. Nessuna conferma in merito, né presupposti per parlare di dialogo. Niente di niente, insomma. Una chiacchiera da corridoio e basta. Ma un fatto resta: se Polimeni fra circa 24 ore sarà metaforicamente messo alla porta per volere della maggioranza dell’Aula, giocandosi molte delle chance di diventare primo cittadino, almeno nell’immediato, i due esponenti del centrodestra futuro alla Regione, Tallini e Costanzo, saranno entrambi assai contenti.