Dopo il botta e risposta dei sindaci Fiorita e Mascaro, interviene Filippo Mancuso: «Si tralascino i campanilismi e si uniscano le forze per lo sviluppo di un'area fondamentale per l'intera Calabria»
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«In altre occasioni, ho avuto modo di suggerire di tralasciare, in questa fase di crisi, acutizzata dal caro-energia che grava su imprese e famiglie, e mentre la Regione sta facendo di tutto per rinsaldare la coesione sociale della Calabria stressata da decenni di scelte sbagliate, impennate di segno campanilistico. Tese a dividere piuttosto che a unire, nonché a distogliere l’attenzione dai veri problemi che affliggono le nostre comunità. In tal senso, trovo inopportuna la polemica sul cambio del nome dell’aeroporto di Lamezia Terme». Il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso interviene così sulla querelle venutasi a creare dopo che il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha inserito nelle sue linee programmatiche 2022-2027 la proposta sul cambio del nome dello scalo lametino.
«Ritengo - scrive Mancuso in una nota - che i problemi dell’aeroporto internazionale, uno degli scali più logisticamente strategici d’Italia e uno dei più importanti del Mezzogiorno per numero di passeggeri trasportati, non siano di tipo nominalistico, ma riguardino criticità concrete, che possono essere risolte puntando al suo ampliamento strutturale e funzionale. Unendo le energie e dando concretezza alle proposte sostenibili, nell’interesse sia delle città di Catanzaro e Lamezia Terme che dell’intera Calabria».
Mancuso si rivolge quindi ai sindaci di Catanzaro e Lamezia Terme, suggerendo loro di «puntare, nel rispetto delle peculiarità delle due realtà, ad una robusta concertazione sulle tante opere infrastrutturali, materiali e immateriali, da portare a compimento nel breve e medio periodo, affinché l’area centrale sia messa nelle condizioni di esercitare la funzione politico-istituzionale di raccordo e sintesi delle tante risorse disponili, regionali, nazionali ed europee, e dei tantissimi interessi presenti sul territorio, economici, ambientali e culturali. Quest’area - cerniera della Calabria -, deve assolutamente superare, come ho asserito nel mio intervento di insediamento da presidente dell’Assemblea legislativa, le attuali, complesse e diffuse difficoltà, esercitando quel protagonismo politico e istituzionale, positivo e pragmatico, che finora è mancato. E la cui evanescenza ha prodotto diseconomie per le due città e per l’intera area centrale, la cui condizione di precarietà e il cui mancato sviluppo hanno accelerato la tendenza alla frammentazione economica e sociale di una regione che ha purtroppo ha dimostrato la tendenza a storicamente dividersi, presentandosi disarticolata e fragile nello scenario meridionale e nazionale».
«Sui temi del rilancio dell’area centrale, il Consiglio e la Giunta regionali sono molto vigili e fattivamente operativi. Soprattutto disponibili a interagire con gli Enti locali e le rappresentanze imprenditoriali e sociali, per recuperare il tempo perduto. E dare una svolta - conclude Mancuso -, tralasciando ogni disputa formalistica e di sterile pennacchio, ad un’area che da critica deve diventare propulsiva di innovazione, rinnovamento e modernizzazione, nonché promotrice di sviluppo produttivo e nuova occupazione».