È franata su un terreno estremamente divisivo l’intenzione espressa dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, di voler ribattezzare l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme con l’obiettivo di promuovere un maggiore protagonismo della città capoluogo nella vita del vicino scalo della piana. «Nei fatti, è l’aeroporto di Catanzaro» ha scritto nelle linee programmatiche illustrate ieri in Consiglio comunale scatenando un vespaio di polemiche e dure prese di posizioni.

Lo sdegno di Mascaro

Prima fra tutte quella del suo omologo lametino, Paolo Mascaro, che ha derubricato la proposta a «tematica stucchevole frutto del campanilismo più bieco». A poco è valso poi il tentativo di gettare acqua sul fuoco con una successiva dichiarazione maggiormente esplicativa della proposta «non divisiva» ma proferita con «spirito unitario». Per il sindaco della città capoluogo «la forma è sostanza» ma evidentemente non tutti la pensano allo stesso modo.

La forma è sostanza?

In primo luogo, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che in una lapidaria dichiarazione affidata a LaC News 24 si è dimostrato più affezionato alla sostanza che non alla forma: «Non mi interessa come si chiami l’aeroporto – ha affermato – può chiamarsi Pippo o Topolino. Io sono impegnato a pensare strategie per svilupparlo».

«La politica pensi ad altro»

Sulla stessa linea d’onda anche il candidato alla presidenza della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, proprio ieri indicato dallo schieramento di centrodestra. Il sindaco di Soveria Simeri esprime il medesimo approccio: «Il nome non cambia la sostanza. Mi sembra una polemica sterile ed inutile, la politica non dovrebbe occuparsi di questo ma impegnarsi per offrire maggiori servizi all’area centrale. Tra Catanzaro e Lamezia Terme serve una sintesi e non campanilismi utili ad intitolazioni o a piantare bandierine. Gli argomenti da affrontare oggi sull’asse Catanzaro Lamezia sono decisamente altri».

«No ai campanilismi»

Lontani dal perimetro della disputa si tengono alcuni rappresentanti istituzionali. Bocche cucite, ben consapevoli dell’asperità del terreno che vede contrapposti i sindaci di Catanzaro e Lamezia Terme. E persino il sindaco di San Pietro a Maida, Domenico Giampà, segretario provinciale del Partito Democratico non sembra così entusiasta dell’iniziativa: «È una proposta che si sarebbe potuta comprendere al termine di un processo ma non all’inizio. In questo momento storico ciò di cui abbiamo meno bisogno sono i campanilismi. Sono convinto che se la proposta fosse stata articolata all’interno di un progetto più ampio di sinergia tra le due città non sarebbe stata percepita così com’è avvenuto. La modalità com’è stata presentata, decontestualizzata, fa comprendere la chiusura a riccio del sindaco di Lamezia Terme. I campanilismi vanno spenti e non fomentati. Spero che al più presto si possa aprire un dialogo tra i due sindaci, anzi promuovere un dibattito unitario dei due consigli comunali per rilanciare una idea sullo sviluppo dell’area centrale della Calabria».

«Piccolo equivoco»

Veste i panni del pompiere e cerca di sgonfiare il caso, invece, il consigliere regionale dem, Ernesto Alecci: «Sono sicuro che non ci sia stata nessuna volontà di privare la città di Lamezia nell'identificare l'aeroporto con il suo nome ma più la volontà di legare due territori. Mi auguro che questo piccolo equivoco tra due città così importanti - non solo per l'area centrale ma per tutta la nostra regione - possa innescare una proficua collaborazione tra le due amministrazioni comunali, su materie più importanti, quantomai necessaria in un momento storico così delicato e per certi versi drammatico».