L'ex consigliere comunale accusa il primo cittadino: «Seguendo il suo ragionamento non avremmo ricapitalizzato l’Amc»
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«Non mi meraviglia affatto il danno provocato dal presidente facente funzioni, Nino Spirlì, in merito alla vicenda Sacal, il mio giudizio su di lui è ben noto a tutti». Entra a gamba tesa l'ex presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, nel vespaio di reazioni sull'affaire Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi capitolata in mano ai privati
«La mancata ricapitalizzazione della Sacal da parte del Comune di Catanzaro è stato un grave errore che purtroppo, associata all’analoga decisione adottata da altri enti (come la Provincia), ha spalancato la strada alla privatizzazione della società - è l'accusa di Tallini che smentisce la versione fornita dal sindaco e presidente della Provincia Sergio Abramo -. Fin quando sono stato in Consiglio Comunale (nel 2017 ho autonomamente deciso di non candidarmi) ho sempre impedito che passasse la logica dell’uscita della Sacal. Più volte è stata proposta e più volte ho contribuito a respingerla».
«Non ho mai accettato l’impostazione “ragioneristica” che non considerava strategico l’aeroporto, anche perché – a mio modesto parere – la legge non impone l’uscita degli Enti locali dalle aziende che erogano il servizio di trasporto, anche quando queste sono in perdita. Altrimenti, avremmo dovuto non ricapitalizzare – come è accaduto più volte – l’Amc (azienda municipale del trasporto di Catanzaro, ndr). Mi dispiace che nel Consiglio Comunale, tranne qualche eccezione (e devo riconoscere in questo una certa coerenza all’ex consigliere Fiorita), non si siano alzate voci contrarie alla dismissione di fatto delle quote. Ci si è appiattiti sulla logica “ragioneristica”, senza valutare i danni irreparabili che ne sarebbero derivati alla collettività».
«Ora non riesco sinceramente a capire cosa potrà succedere e se sarà possibile evitare che l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, vanto della Calabria, possa essere gestito e controllato solo dalla parte privata. Posso solo augurarmi che la Regione eserciti con forza il suo ruolo e che il Governo intervenga, a salvaguardia degli interessi della Calabria e dei suoi cittadini, tutelando il carattere pubblico di questa fondamentale infrastruttura».