Il presidente Occhiuto chiarisce: «Troveremo un socio che abbia esperienza sulla gestione aeroportuale». In aula i dubbi della minoranza sul ruolo futuro della società in house. Irto avverte: «Servono linee guida chiare perché non si trasformi in un carrozzone ingovernabile»
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Il Consiglio dà il via libera a Fincalabra per l’acquisto delle quote di Scal detenute dal socio privato. Un intervento che - dice il relatore Pierluigi Caputo -si rende necessario al fine di scongiurare gravi e più pesanti conseguenze per l'intero sistema aeroportuale calabrese.
Il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, sollecitato dagli interventi che l’hanno preceduto chiarisce che con la legge, sostanzialmente, si dà l'autorizzazione a Fincalabra per intervenire sull’acquisto delle quote.
«Nel caso di Sacal non è contemplata la possibilità che il socio privato detenga la maggioranza assoluta. La sensazione è che, a quel risulta, si fosse giunti a quella situazione a causa di una mancata comunicazione. Si doveva scegliere se lasciare che il verso fosse quello intrapreso o intervenire per invertire il percorso, ove fosse stato accertato dagli enti di vigilanza. Il pacchetto è stato valutato dal socio privato al valore di 12 milioni euro, ma è stato dato mandato per la verifica sulla correttezza della procedura. La proprietà in capo alla Regione è uno schema valido fintanto che non si trovi un socio che abbia esperienza sulla gestione aeroportuale. È evidente che chi aveva il compito di rappresentare la Regione lo ha fatto male, il punto è evitare la revoca e la chiusura degli aeroporti. Sui ristori, faccio presente che possono essere erogate 6 milioni di euro, ma saranno erogati all'esito della trattativa. Con la legge in esame si sta facendo di Fincalabra anche una società che offra assistenza tecnica ai comuni anche per evitare la perdita delle risorse del Pnrr».
In precedenza Antonio Lo Schiavo (deMa) aveva sottolineato che non si può limitare il discorso all'acquisto delle quote, intanto perché il capitale sociale della Sacal è polverizzato in una serie di quote, «ma nello stesso tempo oggi noi andiamo a duplicare una forma di intervento perché da un lato abbiamo la Regione Calabria dall'altro lato avremmo l'acquisizione di quote da parte di Fincalabra che è una società in house della Regione Calabria, un soggetto di diritto diverso rispetto all’Ente. La perplessità nasce anche dal fatto che Fincalabra ha nel suo statuto finalità diverse rispetto a quelle di gestione e di coordinamento degli enti strategici della Regione Calabria».
Insomma, non basta pervenire all'acquisto delle quote, ma come possa avvenire la gestione successiva e la loro ricollocazione. Amalia Bruni (Misto) ritiene condivisibile l'intenzione di riportare Sacal ad un alvo di gestione pubblica, ma, ritiene, altresì, rilevante l'inadeguatezza del management. Fa un breve excursus sulle vari fasi che hanno determinato la messa in minoranza della Regione nella detenzione delle quote sociali. Esprime dubbi sul ruolo di Fincalabra e sul come e con quale personale possa operare. Chiede lumi sullo stato dell'arte dei ristori pervenuti dallo Stato. Invita ad ulteriori approfondimenti.
Nicola Irto (Pd), esprime la preoccupazione rispetto ai problemi e agli errori del passato che hanno riguardato Fincalabra: «Era sostanzialmente la società in House della Regione che partecipava in altre società di operazioni di ingegneria finanziaria, e partecipava con quote in altre società al di fuori del controllo diretto del Consiglio regionale. Ecco, non vogliamo che si torni al passato che lo strumento poi diventi un qualcosa che la Regione non governa più e non riesce più a controllare».
Il capogruppo del Pd ritiene quindi opportuno una relazione di Occhiuto per rassicurare il Consiglio regionale rispetto al fatto che Fincalabra non torni ad essere un carrozzone. «Ci aspettiamo che ci siano delle linee guida, che può essere anche una delibera di giunta, un atto di indirizzo ulteriore che l’esecutivo deve fare in modo che non solo noi siamo tranquilli sulla missione che affidiamo a Fincalabra, ma soprattutto che alla fine riusciamo a dare gli strumenti la capacità e la possibilità di incidere non sono su Sacal ma anche sugli altri obiettivi che ora si vuole assegnare alle società in house in Calabria».